Di Lorenzo Sulmona
Oggi non voglio scrivere, non è necessario. Oggi voglio pensare, anzi voglio poter ricordare, voglio essere sicuro un giorno di ricordare la storia dell’olocausto.
Oggi non voglio scrivere, non è necessario. Oggi voglio pensare, anzi voglio poter ricordare, voglio essere sicuro un giorno di ricordare la storia dell’olocausto.
Una cinica e toccante serata da Bruno Vespa, non racconta con i plastici le crudeltà moderne, ma rivive nella storia dei sopravvissuti, mai banali nel loro vivo ricordo, le giornate dello sterminio razziale e della “raccolta porta a porta” degli ebrei di Roma.
Le pietre d'inciampo, opera di fine anni ‘90 dell’artista tedesco Gunter Demnig, in memoria di cittadini europei deportati nei campi di sterminio, sono definite a ragione opere d’arte (si tratta di targhe d'ottone della dimensione di un sampietrino, con nomi, date e luoghi, poste davanti alle porte di casa che furono dei deportati), ma non sono altro che un libro di storia a cielo aperto, per non dimenticare.
Perché non c’è cosa più naturale che poter camminare nelle vie del centro a Roma ed “inciampare” sulla storia più dolorosa del secolo scorso! E i “giorni della memoria” non sembrano lontani più di 70 anni, in una sorta di contatto eterno tra presente e passato.
E allora stamattina non conta nulla attorno a noi … la porta del vicino, le rotaie del tram, la coda al semaforo, la tazzina al bar, la busta della spesa, la password in ufficio … in silenzio ascolto il respiro. Ogni cosa attorno a me è vita.