giovedì 9 gennaio 2014

MORGAN * LO STAGE DIVING DI BARI È LA METAFORA DELL'ITALIA

Nella figuraccia epocale di Marco Castoldi in arte Morgan, che lanciandosi sul pubblico (in America lo chiamerebbero Stage Diving) di un concerto a Bari non viene sorretto e portato in trionfo ma lasciato cadere rovinosamente a terra, c'è tutto Morgan, e c'è la metafora di un Paese. C'è un tizio che si sente qualcuno, quando pochissimi hanno fatto qualcosa per farglielo credere. C'è un personaggio, un buon affabulatore, questo sì, che musicalmente (e soprattutto dal punto di vista canoro) vale ben poco, ma che ha iniziato da anni a credersi Mozart. Ci crede talmente da lanciarsi sulle folle nelle discotechine, come i veri divi da palco, come un Robbie Williams farebbe in un live monstre davanti a migliaia di persone. Robbie alla fine impasta adrenalina e sudore e copula col pubblico; Morgan misura il pavimento come un piastrellista e se ne va con le pive nel sacco. O nel sacchetto, nella fattispecie. Sembra quasi il contrappasso per il vezzo di sparlare di «X-Factor» al termine di ogni edizione, ben sapendo che alla successiva non potrà fare a meno di partecipare di nuovo. Per esistere. Altrimenti non sarebbe neppure calcolato dai parenti come presenza al pranzo di Natale. Al quale sono sicuro che partecipi, nonostante il fintume kitsch-trasgressivo che lo accompagna.
C'è la tv che crea finti miti che si sgonfiano alla prova dei fatti. O dei fattoni.
E poi c'è l'Italia. Questo meraviglioso Paese che se ha eroi (ogni tanto ama averne, veri o farlocchi che siano), è anche pronto a lasciarli cadere subito dopo. Prima facendogli credere di essere al sicuro, dando loro l'illusione di potersi lanciare tranquillamente nel vuoto relativo, e poi guardandoli con un sorrisetto beffardo mentre si impastano al suolo. In attesa dello Stage Diving del prossimo eroe. Non illudetevi, non sarà Beppe Grillo. E' sveglio, e ne uscirà molto prima. In elicottero, credo.

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