lunedì 9 dicembre 2013

L'ARIA CHE TIRA E' GRAMA, "ALICE UNDERGROUND", MA (FORSE) SI PUO' CAMBIARE IL MONDO

Se ancora non vi siete stancati degli estenuanti talk show televisivi, fiction alla 5° serie e film replicati fino allo sfinimento, e avete ancora un risicato budget pre-natalizio che vi consenta di uscire la sera e andare a teatro, ecco come ripagare il vostro sforzo e la vostra voglia di sognare e cambiare il mondo, da “piccoli” esseri quali noi siamo: “Alice underground”, al Teatro Elfo Puccini di Milano (attori strepitosi e magnifica regia), vi apre le porte all’immaginazione che va oltre la “spread reality”, ai suoni e ai colori oltre il grigio dell’abito da lavoro; al mondo animale colto che si personifica oltre il “sardonico sorriso” dei mestieranti esseri umani, ai giochi di parole che tanto si scontrano con le parole giocate del nostro mondo reale.
Se Alice, tra le tante porte dei castelli e delle dimore cui va bussando nel suo sogno, si fosse trovata di fronte ai portoni lignei e alle sublimi scalinate della Reggia settecentesca di Carditello (Caserta) si sarebbe sicuramente risvegliata di soprassalto per lo scempio con cui la razza umana (italiana) ha abbandonato una dimora che neanche Carroll, anche sotto acidi, avrebbe potuto immaginare e costruire (la reggia è opera di un allievo del Vanvitelli).

Nel suo giro per l’Italia, come Alice, la conduttrice Myrta Merlino rivive una delle meraviglie decadute del Belpaese, raccontando una storia triste e reale, nella quale il pubblico televisivo si deve sforzare di immaginare il mondo intorno e nella Reggia, ai tempi delle battute di caccia dei Borbone.

Non restiamo indifferenti. Serve l'impegno di ognuno di noi, per riportare in vita i sogni. Alice docet.
Lorenzo Sulmona

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