Oggi
vorrei spendere una parola per abbracciare la categoria forse più
penalizzata dalla crisi: quella dei leccaculo. Il difficile momento che
sta attraversando il Paese, rende la vita assai complicata ai piccoli-grandi
ruffiani di ogni specie che quotidianamente tentano in qualsiasi modo di
conquistare il posteriore delle loro prede. Quand'anche il lento
spennellare di quel muscolo, che tengono sempre
attivo, riesca ad estrinsecarsi perfettamente, i nostri devono
purtroppo fare i conti con uno stato di cose che di fatto lega le mani
ai beneficiari del loro vezzoso lavorio più o meno sotterraneo. Anche se
gratificato da quest'azione malandrina, l'influente o il capo di turno
si ritrova - causa crisi - nell'impossibilità di agevolare la carriera o
le mire del soggetto leccante. Che così, spesso, lecca instancabilmente
a vuoto, un po' alla 007 ("Mai dire mai"), confidando in una ripresa
che difficilmente ci sarà in tempi ragionevolmente brevi. Il consiglio
al leccaculo, quindi, a meno che non lo faccia per pura passione (non si
può escludere a priori), è quello di dedicarsi ad altre e più proficue
attività. Anziché srotolare pantaloni, per esempio, rimboccarsi le
maniche.