Il comico da crociera Enrico Bertolino fa naufragio su
un'isoletta sperduta nella quale già vent'anni prima stava per
lasciarci le penne un pianista di piano bar che nella sua vita ha
votato per chiunque, come quasi tutti, in questo Paese ostinatamente
fiducioso. E gli racconta, con spietatezza, come (non) sia cambiata
l'Italia di oggi. La base pizza di "Casta Away - La tempesta
imperfetta", sino al 24 novembre al Teatro Nuovo di Milano, è
semplice ma efficace. Grazie ai testi scritti con Luca Bottura,
uno tra i migliori autori satirici su piazza (c'è anche un
piccolo contributo di Curzio Maltese dedicato a Romano
Prodi), e all'incalzante Bertolino style, che si sente a proprio agio
nella sua città, si ride parecchio. E amaramente. I bersagli
del resto sono tutti lì, pronti a farsi colpire:
dall'immancabile Berlusconi, che spunta dopo una manciata di
minuti ma che non è più la presenza dominante, alla
strana coppia Grillo-Casaleggio, quella dei "Vaffanculo"
un tanto al chilo. Il distratto Enrico dimentica che già da
tempi non sospetti il nome che aveva scelto per la sua casella di
posta elettronica era VDVC, ovvero "VaDaVialCü!", che
però era servito in salsa ambrosiana. Ovvero meno invettiva e
più sfottò. E soprattutto non serviva ancora a fini
elettorali.
Visto l'orientamento politico della squadra, non si pensi che il Pd sia risparmiato: anzi. Il nostro gli leva la prima e la seconda pelle con un'analisi marketing-orientend sull'evoluzione del simbolo e del nome del partito. La ghignante ferocia bertoliniana (una gioiosa macchina da guerra) non risparmia praticamente nessuno. Canta "Stabilità" come Alfano e Romina e si scopre che cosa sia la vera macchina del fango (Sallusti permettendo), sino a piangere dal ridere dinanzi alla storiella milanese del vecchietto con problemi di cervicale andato a farsi manipolare in uno dei tanti centri orientali che popolano la città, dove ti fanno il “massaggio karaoke”. Naufragare a Milano val bene il biglietto.
Visto l'orientamento politico della squadra, non si pensi che il Pd sia risparmiato: anzi. Il nostro gli leva la prima e la seconda pelle con un'analisi marketing-orientend sull'evoluzione del simbolo e del nome del partito. La ghignante ferocia bertoliniana (una gioiosa macchina da guerra) non risparmia praticamente nessuno. Canta "Stabilità" come Alfano e Romina e si scopre che cosa sia la vera macchina del fango (Sallusti permettendo), sino a piangere dal ridere dinanzi alla storiella milanese del vecchietto con problemi di cervicale andato a farsi manipolare in uno dei tanti centri orientali che popolano la città, dove ti fanno il “massaggio karaoke”. Naufragare a Milano val bene il biglietto.