Introdotto dal pertinente
annuncio di Emanuela Folliero, ieri
sera è andato in onda «Radio Belva», ovvero il nuovo format «Gli insultissimi
di Retequattro», secondo la collaudata ricetta di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, passati da «La zanzara» di Radio 24 al televisivo ruolo di furbetti
del palinsestino.
Gli ascolti, oggi, sono
drammatici: 670 mila spettatori con il 2,79% di share. Un programma che
definire orrendo è riduttivo, stracciato persino da «La gabbia» di Gianluigi
Paragone, che (su La7, non la CNN) ha
portato a casa il 3,51% e 830 mila teste. Nonostante il parterre di ospiti
belveggianti schierasse, nell’ordine: Vittorio Sgarbi, Paolo Villaggio, Alba
Parietti, Claudio Coccoluto, Ilona Staller, Mariagiovanna Maglie, Mario
Borghezio e, in collegamento da una
sede di Sel, il plastico Emilio Fede.
Con un cast così blindato (e risse disseminate ovunque, nel programma) avrebbe
dovuto fare ascolti rilevabili anche su Marte. Invece, flop assoluto.
Prevedibile, dirà qualcuno. Ma vediamo perché.
Il cazzeggio (molto)
para-giornalistico e (parecchio) para-culo del diversamente simpatico mister
Cruciani, che per insondabili motivi si è convinto di essere il più furbo del
pianeta, è iniziato con il pubblico e i conduttori in piedi a ballare. Della
serie: se Paragone canta con la sua band, potremo noi farci almeno quattro
salti in discoteca? Consumazione (di zebedei) compresa. Già, perché negarselo?
Peccato che poi tutto il
teatrino ondeggi senza meta né costrutto tra puerili scaltrezze, tentativi di
portare a casa scooppettini de noantri, parole date e poi tolte alla velocità
della luce, risse un tanto al chilo e un volume impastato oltre la soglia del
rumore. Cosa che rendeva impossibile l’intellegibilità di qualsiasi argomento.
Nella fattispecie, preso alla larga, l’immigrazione.
Non è bastato avere in studio
Paolo Villaggio (nota per i ragazzetti che fanno tv: se hai Villaggio in
studio, lo devi rendere protagonista in uno spazio a parte, isolarlo come
opinionista, non lo puoi buttare nella mischia del suk: così lo ammazzi), che
pure ha sdrammatizzato un paio di situazioni imbarazzanti; non puoi lanciare
l’ariete Sgarbi in finte risse alle quali ormai non crede più neppure
l’artefice stesso. E si vede. Altrimenti finisci col rimpiangere persino Fabrizio
Corona. Non si capisce dove
Retequattro trovi l’umano coraggio di mandare in onda questa roba. Ma tant’è.
Belva, sì. Ma senz’anima. Per
dirla parafrasando Cocciante.
P.S.
Credo che Cicciolina abbia accettato di partecipare al programma solo
perché era la cosa televisiva che più le ricordava una gang bang.