Da tempo sostengo che una mano divina dovrebbe proteggere i (vecchi e nuovi) comici dai brutti spot che ogni tanto si concedono il lusso di girare. Dovrebbe vegliare su di loro, e fermarli prima dell'irreparabile. La piaga, se ci si fa caso, è trasversale. Un po' perché è molto difficile restituire sane risate in 30-40 secondi di pubblicità seriali. Sempre ammesso che lo siano. Un po' perché il rapporto davvero speciale fra comico e spettatore, che gli è grato in quanto sul palco o in tv gli "regala" un sorriso senza avere apparentemente nulla in cambio, si involgarisce se diventa commerciale. Se sai che dietro quel tentativo di farti ridere - malamente - ci sono solo tanti bei soldoni. Non siamo più bambini, ma è materia delicata.
D'altra parte, non facciamo i moralisti: le bollette le devono pagare anche loro. E pazienza se l'attività di qualcuno (vedi Aldo, Giovanni e Giacomo) si è ridotta quasi soltanto a impegno promozionale. Pazienza se serve una mano che ti faccia il solletico sotto i piedi per ridere agli spot di Giorgio Panariello che gioca con la Incontrada. Il comico in formato spot in genere non fa ridere. Soprattutto quando si sbizzarriscono i creativi al soldo delle compagnie telefoniche, che girano cose più imbarazzanti dei film di Neri Parenti.
L'ultimo a cascarci è stato il grande Renato Pozzetto, che insieme con il figlio Giacomo si è concesso - spero per un mucchio di soldi - a OroCash. In un paio di brutte réclame, come le avrebbe chiamate lui nei suoi tempi migliori, l'uomo de "La canzone intelligente" invita il popolo che si presume alla canna del gas, data la crisi, a portare vassoi d'argento e oggettini d'oro a questa società che magicamente li trasforma in euro sonanti. Buoni per pagarsi una crociera, per esempio, come fanno il poco convinto Renato e il suo cresciuto pargolo. Li vedi e sembra quasi che si sentano in colpa di svendere e far svendere i gioielli di famiglia.
Triste spettacolo. Primo, per la bruttezza dei commercial. Secondo, perché non mi piace vedere una tra le più grandi maschere della comicità italiana, uno tra gli artisti che (col più saggio Cochi Ponzoni) ha saputo innovare il nostro modo di far ridere, impelagato con questa roba.
Serve una mano che li fermi, ripeto. Vecchi e nuovi comici: perché non si facciano male. Perché non si danneggino da soli. Perché non sono Giorgio Mastrota, che ha sempre campato di televendite. Paolo Villaggio (che pure ha fatto pessimi film ma che alla pubblicità non cede) invocava l'intervento di qualcuno per salvare l'ultimo Alberto Sordi, "prima che distrugga il suo mito", diceva.
Io mi auguro più semplicemente che Pozzetto si fermi qui. E che guardando il mare mi ripeta solo, all'infinito, come faceva una volta, che è "una massa d'acqua semovibile". Non gli chiediamo altro.
D'altra parte, non facciamo i moralisti: le bollette le devono pagare anche loro. E pazienza se l'attività di qualcuno (vedi Aldo, Giovanni e Giacomo) si è ridotta quasi soltanto a impegno promozionale. Pazienza se serve una mano che ti faccia il solletico sotto i piedi per ridere agli spot di Giorgio Panariello che gioca con la Incontrada. Il comico in formato spot in genere non fa ridere. Soprattutto quando si sbizzarriscono i creativi al soldo delle compagnie telefoniche, che girano cose più imbarazzanti dei film di Neri Parenti.
L'ultimo a cascarci è stato il grande Renato Pozzetto, che insieme con il figlio Giacomo si è concesso - spero per un mucchio di soldi - a OroCash. In un paio di brutte réclame, come le avrebbe chiamate lui nei suoi tempi migliori, l'uomo de "La canzone intelligente" invita il popolo che si presume alla canna del gas, data la crisi, a portare vassoi d'argento e oggettini d'oro a questa società che magicamente li trasforma in euro sonanti. Buoni per pagarsi una crociera, per esempio, come fanno il poco convinto Renato e il suo cresciuto pargolo. Li vedi e sembra quasi che si sentano in colpa di svendere e far svendere i gioielli di famiglia.
Triste spettacolo. Primo, per la bruttezza dei commercial. Secondo, perché non mi piace vedere una tra le più grandi maschere della comicità italiana, uno tra gli artisti che (col più saggio Cochi Ponzoni) ha saputo innovare il nostro modo di far ridere, impelagato con questa roba.
Serve una mano che li fermi, ripeto. Vecchi e nuovi comici: perché non si facciano male. Perché non si danneggino da soli. Perché non sono Giorgio Mastrota, che ha sempre campato di televendite. Paolo Villaggio (che pure ha fatto pessimi film ma che alla pubblicità non cede) invocava l'intervento di qualcuno per salvare l'ultimo Alberto Sordi, "prima che distrugga il suo mito", diceva.
Io mi auguro più semplicemente che Pozzetto si fermi qui. E che guardando il mare mi ripeta solo, all'infinito, come faceva una volta, che è "una massa d'acqua semovibile". Non gli chiediamo altro.