Sarà
anche una «culona inchiavabile» (mirabile sintesi berlusconiana che la
marchierà a vita sulle natiche come bestiame d'allevamento), ma l'avete
vista Angela Merkel mentre festeggiava il suo trionfo elettorale? Sul
palco era stranita, imbarazzata, spaurita come un'imbucata al party
della conoscente ricca e appena tollerata. Come quelle che ai matrimoni
afferrano il bouquet ma per la vergogna vorrebbero
scomparire. Attorno, festa. E intanto lei in disparte batteva a stento
le mani fuori tempo. Come se quel clamore non le appartenesse. Con un
risultato del genere, provate a pensare che teatrino avrebbe imbastito
un politico italiano, di qualsiasi schieramento. Compresa Rosi Bindi,
che in quanto a culonica inchiavabilità non ha niente da imparare. «A me
le telecamere, please!», una pioggia di frasi a effetto per fare titolo
sui giornali (la lezioncina ormai l'hanno imparata tutti), qualche
battuta per screditare gli avversari, champagne, ricchi premi e
cotillons. Protervi protagonisti assoluti a monopolizzare la scena. È
la politica, bellezza, dirà qualcuno. Sì, ma la "culona" ci
insegna che forse si può anche fare diversamente.