PROVE GENERALI DI INCIUCIO PD-PDL (CON RENZI CHE SCALPITA E GRILLO CHE ESULTA)
Venghino,
siòri, venghino: a quanto pare, l'inciucione Pd-Pdl, si (ri)farà. Del
resto, di fronte all'irremovibilità di Grillo, e con la prospettiva di
un nuovo voto che avrebbe spazzato via molte altre vecchie facce, le
nomenclature dei partitoni si attrezzano per mantenere la poltrona
ancora per un po'. Ora tireranno fuori nei Tg alcune delle classiche,
meravigliose frasi di circostanza ("L'abbiamo fatto per il bene del
Paese", "Ha prevalso il senso di responsabilità", ecc., ecc.), ma tutti
sapremo che a prevalere è stato soprattutto il senso di non tornare a
casa dalla moglie. O dal marito-moglie, nel caso della Santanché. E
pensare che al povero Tafazzi-Bersani sarebbero bastati (stimo) ancora
un paio di mesi di melina per riuscire a far crollare il muro del
brancaleonesco Movimento 5 stelle. Alcuni mattoni si stavano già
staccando. Al resto avrebbe pensato pian piano il venticello di Roma,
che da sempre tutto divora e magicamente ingloba. Nel non fare
nulla, Bersani è unico. Dopo una non-campagna elettorale, si era già
seduto placido sulle rive del Trebbia ad aspettare, bofonchiando un po'
di proverbi piacentini. Quando stava per pronunciare il fatidico: "Uè
ragassi, non siamo mica qui a pretendere che i salmoni percorrano i
fiumi nella direzione della corrente", ecco che sono partiti gli
attacchi del Pdl per non restare fuori dai giochi. Per giunta con un
ostico Renzi (dai nemici mi guardi Iddio, che ad "Amici" ci vado io), la
serpe in seno, che scalpitava ormai non più nell'ombra per soffiargli
il posto. Al povero Pierluigi, nonostante l'appoggio mostruoso dei
media, non è rimasto altro che abbozzare, abbandonare la non-strategia
anti-pro-anti-pro-anti-grillina, e mandare avanti qualche colonnello del
Pd per consumare l'abbraccio al Pdl. Giusto per non esporsi
direttamente, visto tutto quello che aveva detto nel recente passato su
di loro. Un abbraccio che qualcuno considera mortale. In realtà
probabilmente ci saranno soltanto spaccature: visto che Renzi (il
modello berlusconiano applicato al centrosinistra) è mal sopportato da
una grossa fetta del Pd, sarà inevitabile una scissione. E il
Centrodestra reggerà finché sulla scena c'è il collante (o collagene)
Berlusconi. Sparito lui, liberi tutti. Nasceranno altri due tre partiti a
contendersi i più o meno moderati. Se va così, per Grillo è un
lusso: non sarebbe riuscito a tenere insieme i suoi ancora per molto, e
già spuntavano elettori delusi. Ma una cosa è certa: se punta al 40-45%
alle prossime elezioni, è una pia illusione sua e (soprattutto) di
Casaleggio. In Italia un Movimento fondamentalmente di protesta - o così
percepito dai più - non può arrivare a quei numeri. Si accontenti del
25%, che è già un miracolo. Non dimentichiamoci che questo è un Paese
dove, sotto sotto, la Dc non è mai morta.