Nuoto, sempre nuoto,
fortissimamente nuoto. Quattro bracciate al mare o in piscina come panacea di
(quasi) tutti i mali, pensano in molti da sempre. «Attenzione, non è proprio
così: nuotare fa certamente bene in molti casi, ma non è lo sport più completo,
come vuole un abusato luogo comune» avverte il dottor Sergio Lupo, specialista
in Medicina dello sport. «Anzi, talvolta può essere addirittura sconsigliato».
Perché non è lo sport più
completo? «Il nuotatore» dice Lupo «sviluppa la parte superiore del corpo, il
tronco e le braccia, ed è generalmente magro sulle gambe, dove la muscolatura
non lavora molto in quanto gli arti inferiori servono soprattutto da timone.
Fanno eccezione in parte i 50 metri, nei quali le gambe lavorano senza dubbio
di più – così come nel nuoto pinnato, ma questo è un altro discorso - per
garantire la propulsione, ma manca la componente della resistenza. In realtà
non esiste uno sport totalmente completo. Esistono piuttosto più sport da
praticare insieme per migliorare l’efficienza fisica, e tutte le attività che
comportino – come fa il nuoto, del resto – benefici muscolari,
cardio-circolatori e respiratori, sono adatte, per tempi medio-lunghi, purché
non ci si sottoponga ad eccessi di carico». Gli stessi ai quali vanno incontro
gli atleti durante la loro normale attività. «Infatti» prosegue Lupo «se devo
essere realista sino in fondo, lo sport agonistico non fa bene, perché è come
guidare una Ferrari o un’altra auto da corsa sempre al massimo della velocità.
Prima o poi, con i sovraccarichi, qualche guasto - leggi, problema - si
manifesta. A maggior ragione, chi fa sport a livello non professionale, deve
cominciare da un’attività graduale, con un’intensità sotto massimali».
Per i bambini, il nuoto è
davvero adatto? «Dipende» osserva lo specialista. «Se si vuole far fare sport a
un bambino di otto anni, e si hanno a disposizione, come accade spesso, in
media solo tre ore di attività fisica alla settimana, può essere la scelta più
comoda o facile per i genitori, ma non la migliore per il bambino, proprio per
via della non totale completezza di cui si parlava poc’anzi. Il nuoto lavora in
galleggiamento, quindi l’impegno fisico è più basso. È come se si utilizzassero
di fatto 40 dei 60 minuti a disposizione».
Per il dottor Lupo, la «dose»
settimanale giusta di nuoto è di «almeno un’ora, tre volte alla settimana,
meglio se integrata con altre attività a terra. L’importante è non esagerare,
come fanno coloro che vanno a giocare a calcetto due volte alla settimana o in
palestra quattro ore un solo giorno e non fanno nessun altro movimento. È un
grosso errore: si sottopone il corpo a uno stress eccessivo. I ridotti tempi
della vita di oggi, fanno sì che si faccia attività fisica, eliminando
l’allenamento. A questo punto, molto meglio mezz’ora di camminata al giorno».
Chi ha problemi alla schiena,
«che in genere sono genetici o posturali non corretti», deve prestare molta
attenzione. «In presenza di scoliosi, gli sport che possono farla peggiorare,
sono proprio il nuoto e la ginnastica artistica. È utile farsi vedere da uno
specialista e fare prima ginnastica posturale per eliminare o ridurre
l’incidenza di problemi congeniti».
Per il resto, il nuoto è uno
sport che, giocando appunto sul galleggiamento, consente anche di calibrare
meglio il proprio sforzo (fa lavorare cuore e apparato respiratorio con carichi
non elevati), ed è una sorta di primo scalino dell’approccio all’attività
fisica. Non a caso gli specialisti consigliano prima il nuoto, poi la
bicicletta, e solo in una terza fase la corsa, decisamente più impegnativa.
«Per gli anziani con problemi osteo-articolari» dice Lupo «più che di nuoto, in
genere parliamo di idrochinesiterapia, cioè di un’attività muscolare fatta in
acqua». «In ogni caso» conclude Lupo «prima di fare qualsiasi sport, è bene
sentire uno specialista. Il semplice certificato che può rilasciare il medico
di base, a volte può essere inutile, o addirittura rischioso. Anche perché in
genere è subordinato a una visita generica, senza ulteriori accertamenti.
Sarebbe bene fare almeno un elettrocardiogramma, verificare che non ci siano
problemi di ipertensione, ed effettuare l’esame del fondo oculare, per
verificare che non ci siano malattie dell’apparato circolatorio».
SUGGERIMENTI E PRECAUZIONI PER I
BAMBINI
«Se un bambino non ha problematiche
particolari, è giusto che scelga la disciplina sportiva che lo diverte di più,
non necessariamente il nuoto» dice il dottor Lupo. «Oppure nuotare e svolgere
un’altra attività fisica aerobica. Quando lo si porta in piscina, per prima
cosa è opportuno verificare se presenta fenomeni allergici con congiuntivite;
presupponiamo che i dosaggi di cloro nell’acqua siano adeguati, altrimenti, se
possibile, verificarli. Controllare se abbia piede piatto o ginocchio valgo. Se
il bambino ha patologie o infezioni otorinolaringoiatriche, problemi alla bocca
o al naso, il nuoto può essere una strada da non suggerire, anche per la
maggiore facilità di prendere freddo. Ai piccoli nuotatori non suggerirei l’uso
di antifunghi o di altri prodotti. Non prima che un problema sia insorto.
Piuttosto, le normali precauzioni del caso: asciugarsi per bene subito dopo
essere usciti dall’acqua, indossare le proprie ciabatte, non sedersi su panche
comuni. Si parte dal presupposto che l’ambiente dove vanno a nuotare sia già adeguatamente
igienizzato, ma essendo posti umidi e riscaldati, è sempre meglio essere
prudenti, visto che è più facile siano presenti funghi. Altro accorgimento può
essere il passaggio attraverso stanze, definiamole di “decompressione”, con una
temperatura intermedia, prima di uscire al freddo».
I quattro stili singoli del
nuoto sono: libero, rana, dorso, delfino. «Dal punto di vista del consumo
calorico per ciascuno, è impossibile fare una distinzione: dipende dal tempo
impiegato e dall’intensità dell’attività svolta» dice il dottor Lupo. «Nulla da
dire per lo stile libero. Esistono però alcune controindicazioni o utilizzi
preferenziali negli altri casi. Per esempio, chi ha problemi di cifosi, troverà
giovamento nel nuoto a dorso, decisamente più appropriato. Chi invece ne ha
altri alla colonna vertebrale, dovrebbe evitare il delfino. Chi soffre di
artrosi o problemi alle ginocchia, si tenga lontano dal nuoto a rana».
(TV SORRISI E CANZONI - SALUTE!)