Scandalosamente carina e molto sveglia («Anche se mi sta chiamando dall’auto col vivavoce e non può scrivere, l’intervista potremmo farla comunque subito, in teoria: basta che registri, no?»), Miriam Leone, a bordo di un treno Roma-Milano, cerca di sopperire con buona volontà ai troppi problemi di comunicazione. La co-conduttrice di «Unomattina in famiglia», appostata all’alba di ogni weekend di Raiuno, è un volto giovane ormai consolidato nel palinsesto di Viale Mazzini.
Miriam, non sono poi tante le ex Miss Italia che riescono a sfondare davvero. Lei ce l’ha fatta...
«E chi può dirlo? Questo è un mestiere in salita. Avrò anche camminato bene in quattro anni, ma devo ancora camminare parecchio».
Facciamo cinque, visto che ha vinto nel 2008. E da allora non si è fermata un attimo.
«Vero, quattro e mezzo dal settembre 2008: baro sempre un po’. Ricordo ancora la visita in redazione a “Sorrisi”. Il giornale sul quale imparai l’inglese con i testi delle canzoni».
Viene da studi umanistici, che con lo spettacolo hanno poco a che fare...
«Lettere, Storia dell’Arte, Latino, Greco... Quanto di meno concreto. Ma non me ne pento, sono le mie passioni. E lo spettacolo si impara facendolo. La mia vita è una valigia nella quale continuo a piazzare esperienze nuove. Sono la tipica ragazza con la valigia».
Anche perché ha un fidanzato a Torino (Boosta dei Subsonica, Ndr) e passa la vita in treno.
«Sì, sono di Catania, lavoro a Roma, ho interessi e affetti a Milano e Torino. Non male, ma ci sono ragazze della mia età che girano il mondo».
Per funzionare in tv contano di più: freschezza, bellezza, o un buon agente?
«Dipende da quel che devi fare. Ma secondo me oggi si esagera mitizzando gli agenti. I divi veri li creavano negli Anni 20-30-50».
Lavora nella squadra di Michele Guardì. Bravo ma severo. Che cosa ha dovuto imparare subito?
«Che la tv non è soltanto luci e inquadrature, ma ritmo, musicalità. Ci sono grandi monologanti, come Crozza e Bertolino (con lui ho visto nascere monologhi in redazione, sotto i miei occhi), e chi deve mettersi un po’ da parte, per dare ritmo allo show».
Ha nel cassetto l’idea di un programma suo?
«È presto, ora, ma forse un giorno sarò protagonista da sola. Non faccio programmi a lungo termine: non so se domani condurrò uno show, farò una fiction o aprirò un agriturismo slow food nella mia Sicilia».
Veramente intendevo un format scritto da lei...
«Un format no, ma ho un paio d’idee: una che miscela cinema e varietà, e l’altra che parla di libri. Intanto giro come guest l’episodio, ispirato a “Rosemary’s Baby”, di una nuova fiction».
E l’11 febbraio debutta su Rai Movie con «Movie Drugstore».
«Sì, ogni settimana avremo un ospite accolto alla reception, e uno spazio diviso per reparti, dal western, al thriller, alla commedia. Da lì getteremo un occhio a 360° sul mondo del cinema».
L’ultimo film che ha visto?
«Django Unchained di Tarantino, e l’ho amato tanto. Per trovate, citazioni e ironia».
(TV SORRISI E CANZONI - GENNAIO 2013)
Miriam, non sono poi tante le ex Miss Italia che riescono a sfondare davvero. Lei ce l’ha fatta...
«E chi può dirlo? Questo è un mestiere in salita. Avrò anche camminato bene in quattro anni, ma devo ancora camminare parecchio».
Facciamo cinque, visto che ha vinto nel 2008. E da allora non si è fermata un attimo.
«Vero, quattro e mezzo dal settembre 2008: baro sempre un po’. Ricordo ancora la visita in redazione a “Sorrisi”. Il giornale sul quale imparai l’inglese con i testi delle canzoni».
Viene da studi umanistici, che con lo spettacolo hanno poco a che fare...
«Lettere, Storia dell’Arte, Latino, Greco... Quanto di meno concreto. Ma non me ne pento, sono le mie passioni. E lo spettacolo si impara facendolo. La mia vita è una valigia nella quale continuo a piazzare esperienze nuove. Sono la tipica ragazza con la valigia».
Anche perché ha un fidanzato a Torino (Boosta dei Subsonica, Ndr) e passa la vita in treno.
«Sì, sono di Catania, lavoro a Roma, ho interessi e affetti a Milano e Torino. Non male, ma ci sono ragazze della mia età che girano il mondo».
Per funzionare in tv contano di più: freschezza, bellezza, o un buon agente?
«Dipende da quel che devi fare. Ma secondo me oggi si esagera mitizzando gli agenti. I divi veri li creavano negli Anni 20-30-50».
Lavora nella squadra di Michele Guardì. Bravo ma severo. Che cosa ha dovuto imparare subito?
«Che la tv non è soltanto luci e inquadrature, ma ritmo, musicalità. Ci sono grandi monologanti, come Crozza e Bertolino (con lui ho visto nascere monologhi in redazione, sotto i miei occhi), e chi deve mettersi un po’ da parte, per dare ritmo allo show».
Ha nel cassetto l’idea di un programma suo?
«È presto, ora, ma forse un giorno sarò protagonista da sola. Non faccio programmi a lungo termine: non so se domani condurrò uno show, farò una fiction o aprirò un agriturismo slow food nella mia Sicilia».
Veramente intendevo un format scritto da lei...
«Un format no, ma ho un paio d’idee: una che miscela cinema e varietà, e l’altra che parla di libri. Intanto giro come guest l’episodio, ispirato a “Rosemary’s Baby”, di una nuova fiction».
E l’11 febbraio debutta su Rai Movie con «Movie Drugstore».
«Sì, ogni settimana avremo un ospite accolto alla reception, e uno spazio diviso per reparti, dal western, al thriller, alla commedia. Da lì getteremo un occhio a 360° sul mondo del cinema».
L’ultimo film che ha visto?
«Django Unchained di Tarantino, e l’ho amato tanto. Per trovate, citazioni e ironia».
(TV SORRISI E CANZONI - GENNAIO 2013)