Decalogo del buon politico
che si autopromuove nei talk show in campagna elettorale. Stilato a uso dei
candidati.
1) Ricorda: non importa tanto ciò che dici, ma
l’enfasi con la quale lo dici. Qualora, per errore, ti scappasse un sincero:
«Manderemo in vacca il Paese, come sempre», se l’hai detto con stile e voce
impostata, alla Gassman, puoi ancora uscirne vivo. Al limite, dì che sei stato
frainteso.
2) Nel dubbio, buttala in caciara. Se alzi il volume,
tutto si impasta e il filo già sottile del tuo inconsistente discorso, si
spezzerà nel tumulto generale. Il tuo faro devono essere guittone stagionate come
Mussolini (Alessandrà) e Santanché (Daniela), che in materia sono insuperabili.
3) Non guardare mai negli occhi l’avversario, per non
legittimarlo: solo la telecamera o, al limite, il conduttore.
4) Anche se l’interlocutore non ti interrompe, inizia
subito il discorso ripetendo a nastro: «Per favore, mi lasci parlare, io prima
non l’ho interrotta!». La frase va riproposta ogni due minuti circa. Se
l’interlocutore non ti interrompe mai, dopo 10 minuti dì la più incredibile
minchiata che ti passa per la testa. Sarà costretto a interromperti, e potrai
dirgli finalmente: «Per favore, mi lasci parlare, io prima non l’ho
interrotta!». Ricorda che sei lì per questo.
5) Alla disperata, quando non sai come uscire da una
situazione di forte impasse, lascia lo studio teatralmente dicendo parole come
(a seconda del tuo orientamento politico): «Questa è una vergogna, una
macchinazione!» (va con tutto), «Fascisti!» (se sei di centrosinistra),
«Comunisti!» (se sei Berlusconi), «Questa è una trappola mediatica, una
strumentalizzazione inaccettabile!».
6) Elenca in modo pedissequo tutto ciò che non va nel
Paese. Poco importa se sei stato al Governo nei precedenti vent’anni e nulla
hai fatto per risolvere i problemi che stai ancora elencando. Tu elencali,
fingendo di scandalizzarti. È sufficiente enumerare con sdegno le criticità
nazionali per far credere al povero, potenziale elettore, che tu – oltre a
elencarle – stia facendo qualcosa. Sappiamo bene tutti che non è così, ma le
vittime di un disastro nazionale vanno sempre rassicurate.
7) Quando parla il tuo interlocutore, indossa sempre un
sorrisino beffardo di presa in giro. Se attacca la tua parte politica, scrolla
anche la testa con aria di sincera compassione. Non occorre parlare.
8) Se non sei il leader del tuo partito, non fare lo
spaccone. In genere conti meno di niente, e potresti essere lì solo come
riempitivo, perché un tuo collega quella sera non poteva, o per un gioco di veti
incrociati. Non atteggiarti a capopopolo ma fingi sempre di sapere di che cosa stai
parlando.
9) Non lasciar terminare la puntata senza fare/dire
qualcosa che si noti. Come per esempio imbastire un litigio pretestuoso. In
assenza di un segno di vita, non sarai invitato una seconda volta.
10)
Uscito dallo studio, va
a cena da Fortunato al Pantheon con quelli con i quali hai appena finto di
litigare furiosamente in tv. Se possibile, fa in modo che sia un altro a pagare
il conto.