C'è la cialtroneria buona, e quella cattiva.
Un po' come il colesterolo. La cialtroneria buona, quella che ho sempre
difeso e che un po' m'appartiene, è quella piccola, innocua furbizia che
ti aiuta a vivere, a portare a casa il risultato quando è difficile
farlo. A superare brillantemente (o simpaticamente) le difficoltà con un
escamotage che - di fatto - non porta danno al prossimo. Oggi purtroppo
siamo tragicamente circondati da quintali di pessima, vera
cialtroneria: nei rapporti sociali, personali, e quant'altro. I
cialtroni veri, inaffidabili e prepotenti, dominano la scena e
avvelenano la società. Con la loro protervia. Con l'essere meno di niente,
ma impegnandosi al massimo per far credere di essere qualcuno.
Poveracci, in definitiva.