«Checco, la vedi questa foto? Siamo io e te due anni fa. Adesso me la firmi dietro, e poi ne facciamo un’altra uguale!».
Il signore sulla sessantina che sembra aver brevettato l’autografo con uso di tagliando biennale, è certo del fatto suo. Tanto che Zalone, pressato da una folla di fans nel cuore dello storico rione Aia Piccola ad Alberobello (Bari), lo guarda negli occhi perplesso ma evita con cura di contraddirlo: «Eh, beh… Certo…», abbozza col suo sguardo inconfondibile.
L’uomo di «Che bella giornata» si concede un bagno di folla ad alta sudorazione in quest’angolo dell’amata Puglia per un motivo ben preciso: farsi intervistare da Pippo Baudo in una delle puntate iniziali de «Il viaggio», nuovo programma itinerante del conduttore in onda in autunno su Raitre. Si registra oggi ciò che in tv vedremo dal 3 settembre. Per cominciare, quattro puntate su e giù da un camper stile «Stranamore» per incontrare l’Italia migliore e i suoi protagonisti.
Il caldo cuoce le menti, ma Pippo e Checco fra i trulli sono un’eccentrica coppia che fa subito scintille. Sia agli occhi della gente del posto, galvanizzata dalla presenza di due star dello spettacolo, sia per le dinamiche artistiche, con un’intervista su canovaccio e un lungo botta e risposta pressoché improvvisato tra i due. Prima Baudo interpella un «mastro trullaio» (il massimo esperto locale in materia), poi mostra a Zalone un vecchio trullo davanti al quale Checco ha girato una scena del suo ultimo film. «Lo vedi? Proprio da qui, Enzo Tortora fece un collegamento per il suo “Portobello”». «Che tristezza» ribatte l’altro, guardato a vista dall’amorevole fidanzata Mariangela, inerpicata su maxi zeppe rialzate tacco 15 e intenta a firmare autografi in nome e per conto del compagno. «Allora non mi sono inventato niente… Del resto anch’io sono arrivato qui pensando di trovare Paolo Limiti, e invece ci sei tu…». La lezione di storia è tutta Made in Zalone: «I trulli sono costruzioni nate nel 1600» spiega «e si fa risalire proprio a esse la prima forma di evasione fiscale. Quando si presentavano gli esattori di Equitalius, il trullo veniva completamente smontato, e spariva. Il contadino diceva: “Qui? Ma qui non c’è niente”, e riusciva così a non pagare le tasse. Io sono di Capurso, a qualche decina di chilometri da Alberobello. Ma se il comune mi regala un trullo, dico che sono di Alberobello, non c’è problema… A dire il vero ho una zia qui che ne possiede uno, la mitica zia Lina, che dovrebbe lasciarmi tutto, ma non passa mai a miglior vita. Ecco, questa è la vera piaga del Sud: la longevità. Non è giusto che un nipote del Nord erediti sempre prima, mentre un identico nipote del Sud si trovi svantaggiato dovendo aspettare di più la morte della zia». Un Baudo malizioso incalza Zalone anche sulle supposte virtù «erotiche» delle tipiche costruzioni di Alberobello, fresche d’estate e calde d’inverno, quindi a misura d’uomo virile. «È vero, è vero» conferma Checco. «Pippo, chissà anche tu quante ne hai combinate qui dentro… Invece di guardare Maurizia Paradiso su TeleLombardia. Ma non farmi essere volgare. Lo sai che voglio assolutamente evitare la volgarità».
Zalone si fa (moderatamente) serio solo per spiegare a «Sorrisi» il motivo della sua presenza fuori dagli schemi accanto al re dei conduttori. «Baudo è un essere mitologico della tv, e uno straordinario professionista. L’unico che mi ospitò in tv a “Domenica in” anni fa, quando usciva il mio primo film, “Cado dalle nubi”, e invece di chiedermi un pezzo di cabaret alla “Zelig”, come tutti gli altri, mi fece suonare alle tre del pomeriggio “Spain” di Chick Corea. Capisci che per un musicista una cosa del genere è manna… Se sono qui oggi, completamente gratis, è solo per questo». Checco, che quest’estate ha lanciato il singolo latineggiante «La cacada» («Un pezzo autoprodotto che ho voluto regalare al pubblico: l’abbiamo messo a disposizione gratis su internet, ed è riuscito a fare incavolare gli addetti ai lavori perché in due settimane era primo in classifica») non parla del suo prossimo film. «Lo stiamo ancora scrivendo, ho detto che non sarà più sulla crisi, e vi dico anche che a questo punto non uscirà più per Natale». E se mister parodia fosse convocato da Fazio per il prossimo Sanremo? «Beh, se mi chiamano vado dappertutto, perché no? Il problema non è tanto quello, però: è avere qualcosa da dire. Se non ho niente, me ne sto a casa».
Baudo, intanto, guardato a vista dall’energica assistente Dina Minna, ricambia la cortesia dell’ospite: «Zalone mi piace perché ha uno stile provinciale che lo rende genuino e unico, nel suo genere. E l’Italia è molto provincia. Faccio volentieri questo programma itinerante che prevede complessivamente 25 puntate, e non lo considero qualcosa di riduttivo rispetto al mio passato televisivo, anche perché finalmente è qualcosa di veramente scritto, autorale. Avere studi con la scenografia dal costo faraonico, non significa fare un buon programma». Si sente trattato come merita dalla Rai negli ultimi anni? «No, non lo sono stato. La riconoscenza non è stata molto praticata. D’altra parte a Viale Mazzini con i cambi di dirigenza la tendenza a ghettizzare quelli della vecchia guardia e prendere in simpatia qualche nuovo, c’è sempre stata. E si è acuita negli ultimi anni». Impossibile non chiedergli un lapidario giudizio sulla tv attuale: «La frammentazione satellitare non deve spaventare» dice Pippo. «I grandi eventi generalisti ci saranno sempre. Non mi dispiace il talent di Maria De Filippi, “Italia's Got Talent”. Certo, è una sorta di “Corrida” un po' più patinata, e penso proprio che infatti la “Corrida” l'abbia ammazzata del tutto. Credo che per “L’isola dei famosi” sia stato il canto del cigno, “X-Factor” col passaggio a Sky è migliorato e vedo invece un po’ in affanno i talent, anche per un motivo fisiologico: in Italia ci sono 60 milioni di persone, immigrati compresi. È statisticamente impossibile che nascano tutte queste star, con talent show che proliferano in continuazione promettendo quel che non possono sempre mantenere. E dovrebbero andarci cauti, illudendo i ragazzi... In Inghilterra, in definitiva, ha sfondato solo quella tipa un po’ cicciottella, come si chiama? Adele…».
(TV SORRISI E CANZONI - LUGLIO 2012)
Il signore sulla sessantina che sembra aver brevettato l’autografo con uso di tagliando biennale, è certo del fatto suo. Tanto che Zalone, pressato da una folla di fans nel cuore dello storico rione Aia Piccola ad Alberobello (Bari), lo guarda negli occhi perplesso ma evita con cura di contraddirlo: «Eh, beh… Certo…», abbozza col suo sguardo inconfondibile.
L’uomo di «Che bella giornata» si concede un bagno di folla ad alta sudorazione in quest’angolo dell’amata Puglia per un motivo ben preciso: farsi intervistare da Pippo Baudo in una delle puntate iniziali de «Il viaggio», nuovo programma itinerante del conduttore in onda in autunno su Raitre. Si registra oggi ciò che in tv vedremo dal 3 settembre. Per cominciare, quattro puntate su e giù da un camper stile «Stranamore» per incontrare l’Italia migliore e i suoi protagonisti.
Il caldo cuoce le menti, ma Pippo e Checco fra i trulli sono un’eccentrica coppia che fa subito scintille. Sia agli occhi della gente del posto, galvanizzata dalla presenza di due star dello spettacolo, sia per le dinamiche artistiche, con un’intervista su canovaccio e un lungo botta e risposta pressoché improvvisato tra i due. Prima Baudo interpella un «mastro trullaio» (il massimo esperto locale in materia), poi mostra a Zalone un vecchio trullo davanti al quale Checco ha girato una scena del suo ultimo film. «Lo vedi? Proprio da qui, Enzo Tortora fece un collegamento per il suo “Portobello”». «Che tristezza» ribatte l’altro, guardato a vista dall’amorevole fidanzata Mariangela, inerpicata su maxi zeppe rialzate tacco 15 e intenta a firmare autografi in nome e per conto del compagno. «Allora non mi sono inventato niente… Del resto anch’io sono arrivato qui pensando di trovare Paolo Limiti, e invece ci sei tu…». La lezione di storia è tutta Made in Zalone: «I trulli sono costruzioni nate nel 1600» spiega «e si fa risalire proprio a esse la prima forma di evasione fiscale. Quando si presentavano gli esattori di Equitalius, il trullo veniva completamente smontato, e spariva. Il contadino diceva: “Qui? Ma qui non c’è niente”, e riusciva così a non pagare le tasse. Io sono di Capurso, a qualche decina di chilometri da Alberobello. Ma se il comune mi regala un trullo, dico che sono di Alberobello, non c’è problema… A dire il vero ho una zia qui che ne possiede uno, la mitica zia Lina, che dovrebbe lasciarmi tutto, ma non passa mai a miglior vita. Ecco, questa è la vera piaga del Sud: la longevità. Non è giusto che un nipote del Nord erediti sempre prima, mentre un identico nipote del Sud si trovi svantaggiato dovendo aspettare di più la morte della zia». Un Baudo malizioso incalza Zalone anche sulle supposte virtù «erotiche» delle tipiche costruzioni di Alberobello, fresche d’estate e calde d’inverno, quindi a misura d’uomo virile. «È vero, è vero» conferma Checco. «Pippo, chissà anche tu quante ne hai combinate qui dentro… Invece di guardare Maurizia Paradiso su TeleLombardia. Ma non farmi essere volgare. Lo sai che voglio assolutamente evitare la volgarità».
Zalone si fa (moderatamente) serio solo per spiegare a «Sorrisi» il motivo della sua presenza fuori dagli schemi accanto al re dei conduttori. «Baudo è un essere mitologico della tv, e uno straordinario professionista. L’unico che mi ospitò in tv a “Domenica in” anni fa, quando usciva il mio primo film, “Cado dalle nubi”, e invece di chiedermi un pezzo di cabaret alla “Zelig”, come tutti gli altri, mi fece suonare alle tre del pomeriggio “Spain” di Chick Corea. Capisci che per un musicista una cosa del genere è manna… Se sono qui oggi, completamente gratis, è solo per questo». Checco, che quest’estate ha lanciato il singolo latineggiante «La cacada» («Un pezzo autoprodotto che ho voluto regalare al pubblico: l’abbiamo messo a disposizione gratis su internet, ed è riuscito a fare incavolare gli addetti ai lavori perché in due settimane era primo in classifica») non parla del suo prossimo film. «Lo stiamo ancora scrivendo, ho detto che non sarà più sulla crisi, e vi dico anche che a questo punto non uscirà più per Natale». E se mister parodia fosse convocato da Fazio per il prossimo Sanremo? «Beh, se mi chiamano vado dappertutto, perché no? Il problema non è tanto quello, però: è avere qualcosa da dire. Se non ho niente, me ne sto a casa».
Baudo, intanto, guardato a vista dall’energica assistente Dina Minna, ricambia la cortesia dell’ospite: «Zalone mi piace perché ha uno stile provinciale che lo rende genuino e unico, nel suo genere. E l’Italia è molto provincia. Faccio volentieri questo programma itinerante che prevede complessivamente 25 puntate, e non lo considero qualcosa di riduttivo rispetto al mio passato televisivo, anche perché finalmente è qualcosa di veramente scritto, autorale. Avere studi con la scenografia dal costo faraonico, non significa fare un buon programma». Si sente trattato come merita dalla Rai negli ultimi anni? «No, non lo sono stato. La riconoscenza non è stata molto praticata. D’altra parte a Viale Mazzini con i cambi di dirigenza la tendenza a ghettizzare quelli della vecchia guardia e prendere in simpatia qualche nuovo, c’è sempre stata. E si è acuita negli ultimi anni». Impossibile non chiedergli un lapidario giudizio sulla tv attuale: «La frammentazione satellitare non deve spaventare» dice Pippo. «I grandi eventi generalisti ci saranno sempre. Non mi dispiace il talent di Maria De Filippi, “Italia's Got Talent”. Certo, è una sorta di “Corrida” un po' più patinata, e penso proprio che infatti la “Corrida” l'abbia ammazzata del tutto. Credo che per “L’isola dei famosi” sia stato il canto del cigno, “X-Factor” col passaggio a Sky è migliorato e vedo invece un po’ in affanno i talent, anche per un motivo fisiologico: in Italia ci sono 60 milioni di persone, immigrati compresi. È statisticamente impossibile che nascano tutte queste star, con talent show che proliferano in continuazione promettendo quel che non possono sempre mantenere. E dovrebbero andarci cauti, illudendo i ragazzi... In Inghilterra, in definitiva, ha sfondato solo quella tipa un po’ cicciottella, come si chiama? Adele…».
(TV SORRISI E CANZONI - LUGLIO 2012)