Sorriso convinto, risata che
ti carica, completo ricercato ma cromaticamente irrisolto, Paolo Limiti
s’aggira per i corridoi della sede Rai di Corso Sempione, a Milano, distillando
buonumore. Da lunedì 2 luglio, a mezzogiorno, l’uomo della memoria, scatola
nera vivente dello spettacolo, torna in video su Raiuno con «Estate con noi in
Tv». Cinque appuntamenti alla settimana per parlare di intrattenimento con
ospiti e musica dal vivo. Come ai tempi, peraltro gloriosi, di «Ci vediamo in
Tv».
Limiti, immagino non si senta
il nuovo che avanza… Forse il classico usato sicuro?
«Sono uno sempre in
ebollizione. Diciamo che i miei 16 anni, che custodisco dentro quella casetta
rossa nel cuore, non moriranno mai».
Come sarà il suo nuovo
programma?
«Non un talent-show, ma un
programma sul talento. Solo quello ha ragione di esistere. Un pezzo come “La
voce del silenzio” non sarebbe vissuto 42 anni, cantato da Bocelli a Orietta
Berti, se non fosse stato grandioso».
Ma il talento a volte non
basta…
«E io ci ho messo anche la
bellezza. Ho tanti nuovi ragazzi e li ho messi insieme puntando su talento e
bellezza. Sono bravi e bellissimi. I raccomandati, rigorosamente fuori dalla
porta».
Tornano anche la cagnetta
Floradora e Justine Mattera, ovvero parte della sua rodata compagnia di giro…
«In realtà i miei casting li
faccio sempre a ruoli. Mi serve una voce calda? La cerco. Una argentina? La
recupero. Così per ogni tassello. Justine per esempio fa da fuoriclasse le
canzoni dei musical».
Facciamo qualche nome dei
nuovi, allora.
«Anzitutto due ragazze
italiane strepitose, ancora sconosciute da noi, ma che lavorano in tutto il
mondo: Ilaria e Alessia. Cantano, ballano, suonano, recitano… Tutto. Qualità a
livello Metropolitan di New York. Poi Noemi Baiocchi, vent’anni. Il tenore Stefano
Rigoni, con due occhi indimenticabili, Sara Rinieri, 13 anni, Giacomo Bertogli,
e Sara Facciolini, ballerina già con Conti ne “I migliori anni”…».
Il suo mondo musicale
televisivo prima si riferiva agli Anni 40-50-60… Che cosa farà, stavolta?
Passerà ai 70-80? Da Natalino Otto a Gloria Gaynor? Da Gino Latilla ai
Righeira?
«Ma non ci penso neanche. Io
lavoro così: guardo la data del giorno, e mi ricollego a un momento storico.
Che canzone si cantava in quel periodo? La ripropongo. Magari un pezzo con lo stesso
titolo è andato a Sanremo l’anno prima. Eccolo. Creo la contaminazione, e la
traccia del racconto».
Si dice che un direttore di
giornale, in definitiva, faccia sempre lo stesso giornale. Anche se ne apre uno
nuovo. Succede anche ai conduttori-autori di programmi come lei?
«Un conduttore-autore rifà
qualcosa che inevitabilmente riflette la sua personalità. E sarebbe sbagliato
il contrario. “Chi l’ha visto?” te l’aspetti fatto con lo stile della
Sciarelli; Scotti, se cambiasse il suo, sbaglierebbe…».
La musica in Italia, com’è
messa?
«Male. C’è troppa
genuflessione verso il genere pop-rock, più o meno d’importazione, e poca
ricerca sulla canzone italiana più vera».
Le faccio tre nomi: Arisa,
Emma Marrone e Alessandra Amoroso.
«Arisa è quella più vicina alle
mie corde, anche perché ha la voce più duttile: la comprime, ci gioca, ci
lavora su. Le altre due mi piacciono, ma consiglierei loro di puntare su un
repertorio diverso».
Magalli ci ha provato con
ingredienti classici in «Mi gioco la nonna», ma il risultato non è stato dei
migliori. Perché?
«Lui è bravo, ma i giochi del
programma sapevano di già visto, e mancava la costruzione dei personaggi. E poi
quel titolo l’ho subito detestato: in Italia può suonare non scherzoso, ma
offensivo. Giocati la carriera, viene da dire, non la nonna».
Teme la critica, per questo
suo ritorno?
«No. Le mie cose in genere
vengono recensite abbastanza bene. C’è solo un critico che si accanisce. E dire
che, a dispetto delle apparenze, non credo sia stato neanche strappato alla
culla…».
Quali sono i limiti della tv
di Limiti?
«Lo chieda a Caparezza, che
mi ha citato in una sua canzone meragliosa: il ritornello diceva “Aiuto, sto
diventando come Limiti…”. Ma anche Cristicchi mi ha tirato in ballo in “Vorrei
cantare come Biagio Antonacci”».
Secondo alcuni il suo limite
è il suo pubblico un po’ datato…
«Sbagliano. Se ai tempi
avessero chiamato l’Auditel, avrebbero scoperto che i miei programmi sono molto
visti anche nelle fasce scolari. E in ogni caso è un’audience ampia, trasversale».
Dice?
«Massì, ed è facilmente
spiegabile: se tu vedi un duetto fra Tony Bennett e Lady Gaga, non ti fermi a
guardarlo, a prescindere dalla tua età? Io ho sempre mostrato molte cose di
grande qualità. Il talento ti conquista, ti rapisce».
Ha finito di bisticciare con
Mina?
«Con lei direttamente, mai.
Solo qualche scaramuccia col figlio per un paio di telefonate che mi fece, ma è
acqua passata».
Le piace il Celentano
esternatore?
«No, anche se posso intuire i
motivi per cui lo fa. Però preferirei che a esprimersi su certi argomenti
fossero persone più esperte. Non credo che l’ultimo Sanremo gli abbia giovato
molto, però».
E di Beppe Grillo, che cosa pensa?
«Ha grande ironia, carisma, è
un trascinatore… Detto questo, non vorrei che certe cose che dice fossero prese
da qualcuno come verità assolute. Sarebbe un peccato».
(TV SORRISI E CANZONI - GIUGNO 2012)