La mattinata del ragionier Fant... ehm... Bagnasco inizia con visita
alle rovine romane di Volubilis, il principale sito archeologico del
Marocco. Abbigliamento di Bagnasco: maglietta estiva Marboro classics,
jeans, maglione di cotone, scarpe da ginnastica traspiranti Timberland e
spolverino leggero d'emergenza. Condizioni atmosferiche: vento gelido
forza nove, registrato l'ultima volta nel Maghreb
ai tempi della prima dinastia. L'agghiacciante comitiva del Bagnasco è
composta soprattutto da brasiliani, agghindati ancora con gli abiti
tradizionali del carnevale di Rio, coi quali si erano esibiti in un
trenino il giorno precedente sotto il sole a picco sul lungomare di
Casablanca. Caratteristica essenziale ed universale delle rovine
romane: colonne rade, sassi sparsi apparentemente a caso, e
soprattutto la totale impossibilità di trovare un riparo dalla tormenta.
La guida locale tenta di sdrammatizzare con battutine fuori luogo, ma
la situazione gli sfugge chiaramente di mano. Una casalinga di Salvador
de Bahia, per salvare le due figliolette, si dà fuoco come un bonzo sul
mosaico di Afrodite bestemmiando: "Mai pruvatu tanci frédu in mi vida".
A questo punto Bagnasco, candidamente, si domanda: che cosa potrebbe
mai accadere, peggio di tutto questo? "Potrebbe piovere!", esclama il
collega Telaro, detto Filini. In meno di un'ora, durante il viaggio
verso Meknes, si scatena una tale tempesta di pioggia, che Re Mohammed
VI medita di citare in una prossima versione aggiornata del Corano da
allegare all'edizione locale di Diva e donna. Testata che qui esce senza
fotografie per evitare che si montino la testa. Bagnasco e Telaro
terminano la giornata asciugandosi scarpe e calze inzuppate d'acqua col
phon della camera d'albergo. Sul comodino, due bottiglie da litro di
Cordiale, e ai piedi del letto un San Bernardo ansimante con botticella.
Due brasiliani intanto hanno chiesto di poter essere estradati
domattina, e la guida è entrata in un programma di protezione in un
carcere turco.
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