«La pratica di passare vicino alla costa? E' molto comune, non solo per la Concordia, dove pure l'errore di Schettino è stato drammaticamente evidente, ma anche per altre compagnie. Si tratta di un modo comodo per farsi pubblicità gratis. I passeggeri amano avvicinarsi per vedere meglio, e gli armatori tollerano o favoriscono questa pratica per avere promozione a costo zero».
Chi parla è un esperto, che preferisce restare anonimo, con esperienza trentennale nel settore dell'assistenza alle navi da crociera, anche in casi di emergenza. Una testimonianza che confermerebbe o che comunque si avvicinerebbe molto alla versione fornita dal Comandante Schettino. «Si tratta» dice l'esperto «di una pratica frequente e in qualche modo tollerata dalle compagnie stesse. La visibilità della nave per chi è a terra aumenta sensibilmente, e molte persone vedendo, soprattutto di notte, quel maestoso sfavillio di luci e colori possono essere invogliate in futuro a fare una crociera. Non voglio entrare nel merito di quello squarcio da 70 metri, di qualche errore forse successivo che è stato fatto in un momento in cui vanno prese decisioni in tempi rapidissimi. Ma questa cosa è vera».
L'impatto di questo incidente sui media di tutto il mondo è stato incredibile, e rischia di mettere in ginocchio un settore. «Si tratta» conclude il tecnico «senza dubbio di una mazzata, della quale le compagnie preferiscono parlare il meno possibile. Un grande danno d'immagine. Ma per le tv è stata una pacchia, vista anche la durata delle operazioni di salvataggio. E il fatto che Schettino abbia abbandonato la sua nave aggrava le cose. Parlavo ieri con una parente che vive in un altro continente: non conosceva il nome del nostro presidente del Consiglio, ma sapeva perfettamente chi fosse Schettino e la Costa concordia. Spero che tanti la pensino come un passeggero che ho sentito in un'intervista televisiva: diceva che dopo questo incidente si sente ancora più sicuro a viaggiare in mare perché i controlli saranno ovunque maniacali».
Chi parla è un esperto, che preferisce restare anonimo, con esperienza trentennale nel settore dell'assistenza alle navi da crociera, anche in casi di emergenza. Una testimonianza che confermerebbe o che comunque si avvicinerebbe molto alla versione fornita dal Comandante Schettino. «Si tratta» dice l'esperto «di una pratica frequente e in qualche modo tollerata dalle compagnie stesse. La visibilità della nave per chi è a terra aumenta sensibilmente, e molte persone vedendo, soprattutto di notte, quel maestoso sfavillio di luci e colori possono essere invogliate in futuro a fare una crociera. Non voglio entrare nel merito di quello squarcio da 70 metri, di qualche errore forse successivo che è stato fatto in un momento in cui vanno prese decisioni in tempi rapidissimi. Ma questa cosa è vera».
L'impatto di questo incidente sui media di tutto il mondo è stato incredibile, e rischia di mettere in ginocchio un settore. «Si tratta» conclude il tecnico «senza dubbio di una mazzata, della quale le compagnie preferiscono parlare il meno possibile. Un grande danno d'immagine. Ma per le tv è stata una pacchia, vista anche la durata delle operazioni di salvataggio. E il fatto che Schettino abbia abbandonato la sua nave aggrava le cose. Parlavo ieri con una parente che vive in un altro continente: non conosceva il nome del nostro presidente del Consiglio, ma sapeva perfettamente chi fosse Schettino e la Costa concordia. Spero che tanti la pensino come un passeggero che ho sentito in un'intervista televisiva: diceva che dopo questo incidente si sente ancora più sicuro a viaggiare in mare perché i controlli saranno ovunque maniacali».