«Sono rintronato, sa? Acquisto apparente lucidità solo quando si accende la telecamera». L’autoironia è il tratto dominante di Claudio Lippi, ingrediente a sorpresa de «La prova del cuoco» di Raiuno. Già curatore di una rubrica il lunedì, si è ritrovato a sostituire la conduttrice, Antonella Clerici, «bloccata a Bruxelles a causa di una piccola infezione alle vie urinarie della figlia Maelle» dice Lippi. «Mi ha pregato di sostituirla qualche giorno e, da incosciente, ho detto sì».
Del resto la tv è il suo elemento.
«Questo lo sappiamo lei, io e qualche milione di spettatori. Ma sembra che ai piani alti del video non se ne accorgano più. Dovrei fare ogni volta un provino?».
Gli ascolti però l’hanno premiata.
«E su Twitter, migliaia di messaggi: “Bravo, bene, torna…”. Ci mancava qualcuno che scrivesse: “Sai che dovresti fare tv?”».
Come l’ha presa?
«Ok. Basta che non si faccia vivo qualche big dello spettacolo, come Baudo e altri, quelli che ormai vedi solo ai funerali, per parlare bene di me. È la volta che mi inc… anche da morto».
Il suo ultimo show?
«Me ne andai alla quinta puntata della prima edizione della “Buona domenica” della Perego. Non condividevo molto di quello che andava in onda, e gli autori dicevano: “Beh? Stai in camerino: ti pagano comunque…”. E io: “Non pagatemi, me ne vado”».
Da allora, è finito il feeeling?
«Per molti addetti ai lavori – inspiegabilmente - sono diventato uno del quale era meglio non parlare. Considerato un po’ come Battisti, l’ex terrorista in Brasile. Avrei potuto espatriare».
Questo rimpiazzo la rilancia?
«In questo ambiente non si sa mai. E poi oggi la tv ripete troppo se stessa, e i propri schemi più o meno collaudati. Anche se certi format cominciano a traballare».
Però la sua è una rivincita.
«In questi cinque anni ho bussato a molte porte, e molte le ho trovate chiuse. Mi vien da dire che forse non era così sorprendente che facessi audience».
E se diventasse, come Magalli ai tempi, il pronto soccorso ufficiale dei programmi Rai?
«È nel mio karma: subentrai a Corrado operato alle corde vocali; sostituii Teocoli quando lasciò “Mai dire gol”; entrai in una domenica della Cuccarini che non guardavano neanche i parenti. Ok, ma poi chi aiuta me?».
(TV SORRISI E CANZONI - GENNAIO 2012)
Del resto la tv è il suo elemento.
«Questo lo sappiamo lei, io e qualche milione di spettatori. Ma sembra che ai piani alti del video non se ne accorgano più. Dovrei fare ogni volta un provino?».
Gli ascolti però l’hanno premiata.
«E su Twitter, migliaia di messaggi: “Bravo, bene, torna…”. Ci mancava qualcuno che scrivesse: “Sai che dovresti fare tv?”».
Come l’ha presa?
«Ok. Basta che non si faccia vivo qualche big dello spettacolo, come Baudo e altri, quelli che ormai vedi solo ai funerali, per parlare bene di me. È la volta che mi inc… anche da morto».
Il suo ultimo show?
«Me ne andai alla quinta puntata della prima edizione della “Buona domenica” della Perego. Non condividevo molto di quello che andava in onda, e gli autori dicevano: “Beh? Stai in camerino: ti pagano comunque…”. E io: “Non pagatemi, me ne vado”».
Da allora, è finito il feeeling?
«Per molti addetti ai lavori – inspiegabilmente - sono diventato uno del quale era meglio non parlare. Considerato un po’ come Battisti, l’ex terrorista in Brasile. Avrei potuto espatriare».
Questo rimpiazzo la rilancia?
«In questo ambiente non si sa mai. E poi oggi la tv ripete troppo se stessa, e i propri schemi più o meno collaudati. Anche se certi format cominciano a traballare».
Però la sua è una rivincita.
«In questi cinque anni ho bussato a molte porte, e molte le ho trovate chiuse. Mi vien da dire che forse non era così sorprendente che facessi audience».
E se diventasse, come Magalli ai tempi, il pronto soccorso ufficiale dei programmi Rai?
«È nel mio karma: subentrai a Corrado operato alle corde vocali; sostituii Teocoli quando lasciò “Mai dire gol”; entrai in una domenica della Cuccarini che non guardavano neanche i parenti. Ok, ma poi chi aiuta me?».
(TV SORRISI E CANZONI - GENNAIO 2012)