Di Lorenzo Sulmona
Mi piacciono le attività domestiche, come quella di sciacquare i piatti. Mi rilassa e mi permette di riflettere
su quanto selezionato, anche inconsciamente, nella buona e cattiva tv vista e
ascoltata in settimana. Riflettevo ieri sera sul seguente paradosso: e se
domani al posto degli eletti (cosiddetti governanti, onorevoli o giuridicamente anche
“il legislatore”) utilizzassimo, per esempio nelle commissioni parlamentari, dove si
lavora su riforme, progetti e leggi, figure professionali e non del cosiddetto “servizio
pubblico”, efficienti, competenti e di senso civico (e pratico soprattutto!) come
i giornalisti di Report e Presa diretta, le IENE, gli inviati di Striscia la notizia o
parte degli indignati intellettuali che riempiono le 8.000 agorà comunali?
Mi spiego meglio: a vedere l’impegno che ognuno di loro,
persone comuni, ci mette nel ricercare, scovare, confrontare, domandarsi,
valutare, ponderare, suggerire, spiegare, approfondire un determinato tema che
sia truffa, spreco, legge o regolamento, comportamento umano o bisogno della
collettività, si capisce al volo che in pochi mesi, giorni o addirittura ore
potrebbero veramente modificare dalle piccole cose le speranze di cambiamento.
A volte ci si chiede (con vero misto di indignazione), come
mai altri (la politica) non ci hanno pensato? Come mai altri non se ne
sono accorti? Come è possibile che accadano queste cose sotto i nostri occhi?
Ebbene, si dice spesso, «ma la politica è diversa, è
altra cosa, è scendere a compromessi, valutare le ricadute sulla collettività»; ecco, proprio perché la politica è altra cosa chiediamo che la
facciano bene, ma altre persone, che ce la raccontano bene anche con una
piccola telecamera in mano!
Quindi 10 puntate di Report, 10 Iene o 100 denunce in TV
valgono più di mille poltrone elettorali d’antiquariato, credo!
Riappropriamoci della politica e consegnamola nelle mani di
chi ha dimostrato di lavorare bene anche in TV.