Michelle Hunziker, tentiamo un primo bilancio della sua carriera?
«Oggi, grazie al mio show teatrale, “Mi scappa da ridere”, mi sento davvero a una svolta. Lo sto portando in giro da quattro mesi, ne sono felice, ed è una palestra vera e dura, sento di farmi il mazzo ogni giorno per qualcosa».
Per che cosa?
«Per uno show tv in prima serata che Raiuno mi chiede di fare da alcuni anni, ma ho sempre rifiutato perché non mi sentivo pronta. Non ho mai condotto un varietà da sola. Ora forse è il momento di accettare quella proposta, datemi ancora un anno o due di tempo. Faccio tele da 15 anni, bisogna stare per un po’ tra le scatole alla gente, prima».
Come lo immagina, questo varietà?
«Ben provato, con tutti i tempi a disposizione e i soldi che ci vorranno per fare un progetto con tutti i crismi. Ha presente il glorioso “Milleluci”?».
Una cosetta da niente…
«Eh, ma con Ballandi pensiamo a qualcosa del genere... Prima però deve passare questo momento di transizione e di crisi per la tv, in cui si rischia poco o niente».
Da quanto tempo fa spettacolo?
«Da 18 anni e ora ne ho 34, ma in tv sono stata sempre molto protetta, ho fatto tanti programmi forti e protetti, lo ammetto, da “Zelig” a “Striscia”, che riprenderò a gennaio con Greggio. Era ora di fare qualcosa a teatro esponendomi senza rete».
E adesso si sente in condizione di fare il Fiorello in gonnella…
«Non farei questi parallelismi. Fiore è un uomo e ha 50 anni, io donna e ne ho 34. I ruoli maschio-femmina in tv sono sempre un po’ diversi. Dalla donna ci si aspetta che intrattenga e accolga. L’uomo invece tira la carretta…».
Ha vita più facile?
«Non ho detto questo. Solo ruoli tradizionalmente diversi».
Qual è stata la platea meno facile?
«Forse, paradossalmente, Napoli. Gente molto attenta, che applaude alla fine. E lì gli show comici in genere funzionano meno. Al Nord sento più risate immediate. Dal 10 al 20 novembre approderemo al Sistina, a Roma. Poi Bari, Brindisi, Caserta…».
A 34 anni non è un po’ presto per fare uno spettacolo autobiografico?
«È intimista, non autobiografico. Se lo fosse durerebbe sette ore. È un dialogo che porto avanti con il pubblico… Anche Loretta Goggi ha fatto cose simili».
Qual è stata la difficoltà maggiore, nel realizzarlo?
«Non era un classico - quelli più o meno funzionano sempre – ma una cosa fatta ex novo. Quindi abbiamo dovuto partire da zero. È più rischioso».
Continua anche con la tv in Germania?
«Sì, con “Wetten Dass”, e abbiamo anche altri progetti in maturazione, ma quelle sono cose tedesche».
Ormai è una showgirl formata, sempre sulla cresta dell’onda. Ma non sente un po’ il fiato sul collo delle nuove leve?
«No, è un problema che non mi pongo. Ognuna ha la propria personalità e unicità. Io sono competitiva, abituata a combattere, ma per le mie cose. Con le donne di solito faccio squadra. Da anni sogno uno spettacolo con la Cortellesi, e lei con me. Ma stimo anche Ventura, Marcuzzi, Littizzetto».
E una cosa con la De Filippi? Due primedonne, ma così diverse…
«Un programma con Maria? Certo, magari. È anche lei una “workaholic”, una dipendente dal lavoro, come molte di noi. Ottima autrice, e sul palco le nostre differenze funzionerebbero».
Sua figlia Aurora ha manifestato il desiderio di fare spettacolo?
«No, credo che farà tutt’altro, nella vita. Per ora frequenta una scuola internazionale ed è cresciuta bilingue: italiano e inglese».
Lei ha mai depositato un suo format?
«Quello di questo show è il primo, visto che ho contribuito a scriverlo. Ma in passato no, non mi è mai successo».
Saprebbe fare l’autrice?
«Non ci ho mai pensato. Anche quando faccio “Striscia” ho le mie idee, ma senza per questo dover per forza pretendere di firmare. Quando sparo alcune delle mie scemate con Greggio, non c’è niente di scritto. Ognuno in definitiva è sempre anche un po’ autore di se stesso…».
Mai pensato di smettere?
«Mai, questo lavoro è la mia passione e la mia vita».
Se le proponessero uno show con il suo ex marito, Eros Ramazzotti?
«L’ipotesi che sta facendo è la cosa meno probabile in natura, ma nella vita mai dire mai: se fosse, farebbe un botto unico».
Lui accetterebbe?
«Non lo so, forse. A patto di cantare solo mentre io conduco».
Chiaro. Oggi nello spettacolo italiano conta più il talento o un buon agente?
«Sempre e da sempre il talento. Il buon agente ti può dare qualche occasione, ma senza il talento ti fermi subito dopo. Non credo sia mai andata diversamente».
Le hanno mai proposto di condurre un reality?
«Il “GF”, qualche anno fa, ma rifiutai. Non li amo, non ci credo, non li considero vicini al mio modo di essere. Non potrei mai condurne uno».
Sono davvero in crisi?
«Ho letto del calo degli ascolti del “Grande Fratello”, e dopo tanti anni di messa in onda ci può stare, ma il problema, ragazzi, è complessivo: la tv ha perso il 16-17% del suo bacino d’ascolto, che ormai è frammentato. Sono dolori per tutti».
(TV SORRISI E CANZONI - NOVEMBRE 2011)
«Oggi, grazie al mio show teatrale, “Mi scappa da ridere”, mi sento davvero a una svolta. Lo sto portando in giro da quattro mesi, ne sono felice, ed è una palestra vera e dura, sento di farmi il mazzo ogni giorno per qualcosa».
Per che cosa?
«Per uno show tv in prima serata che Raiuno mi chiede di fare da alcuni anni, ma ho sempre rifiutato perché non mi sentivo pronta. Non ho mai condotto un varietà da sola. Ora forse è il momento di accettare quella proposta, datemi ancora un anno o due di tempo. Faccio tele da 15 anni, bisogna stare per un po’ tra le scatole alla gente, prima».
Come lo immagina, questo varietà?
«Ben provato, con tutti i tempi a disposizione e i soldi che ci vorranno per fare un progetto con tutti i crismi. Ha presente il glorioso “Milleluci”?».
Una cosetta da niente…
«Eh, ma con Ballandi pensiamo a qualcosa del genere... Prima però deve passare questo momento di transizione e di crisi per la tv, in cui si rischia poco o niente».
Da quanto tempo fa spettacolo?
«Da 18 anni e ora ne ho 34, ma in tv sono stata sempre molto protetta, ho fatto tanti programmi forti e protetti, lo ammetto, da “Zelig” a “Striscia”, che riprenderò a gennaio con Greggio. Era ora di fare qualcosa a teatro esponendomi senza rete».
E adesso si sente in condizione di fare il Fiorello in gonnella…
«Non farei questi parallelismi. Fiore è un uomo e ha 50 anni, io donna e ne ho 34. I ruoli maschio-femmina in tv sono sempre un po’ diversi. Dalla donna ci si aspetta che intrattenga e accolga. L’uomo invece tira la carretta…».
Ha vita più facile?
«Non ho detto questo. Solo ruoli tradizionalmente diversi».
Qual è stata la platea meno facile?
«Forse, paradossalmente, Napoli. Gente molto attenta, che applaude alla fine. E lì gli show comici in genere funzionano meno. Al Nord sento più risate immediate. Dal 10 al 20 novembre approderemo al Sistina, a Roma. Poi Bari, Brindisi, Caserta…».
A 34 anni non è un po’ presto per fare uno spettacolo autobiografico?
«È intimista, non autobiografico. Se lo fosse durerebbe sette ore. È un dialogo che porto avanti con il pubblico… Anche Loretta Goggi ha fatto cose simili».
Qual è stata la difficoltà maggiore, nel realizzarlo?
«Non era un classico - quelli più o meno funzionano sempre – ma una cosa fatta ex novo. Quindi abbiamo dovuto partire da zero. È più rischioso».
Continua anche con la tv in Germania?
«Sì, con “Wetten Dass”, e abbiamo anche altri progetti in maturazione, ma quelle sono cose tedesche».
Ormai è una showgirl formata, sempre sulla cresta dell’onda. Ma non sente un po’ il fiato sul collo delle nuove leve?
«No, è un problema che non mi pongo. Ognuna ha la propria personalità e unicità. Io sono competitiva, abituata a combattere, ma per le mie cose. Con le donne di solito faccio squadra. Da anni sogno uno spettacolo con la Cortellesi, e lei con me. Ma stimo anche Ventura, Marcuzzi, Littizzetto».
E una cosa con la De Filippi? Due primedonne, ma così diverse…
«Un programma con Maria? Certo, magari. È anche lei una “workaholic”, una dipendente dal lavoro, come molte di noi. Ottima autrice, e sul palco le nostre differenze funzionerebbero».
Sua figlia Aurora ha manifestato il desiderio di fare spettacolo?
«No, credo che farà tutt’altro, nella vita. Per ora frequenta una scuola internazionale ed è cresciuta bilingue: italiano e inglese».
Lei ha mai depositato un suo format?
«Quello di questo show è il primo, visto che ho contribuito a scriverlo. Ma in passato no, non mi è mai successo».
Saprebbe fare l’autrice?
«Non ci ho mai pensato. Anche quando faccio “Striscia” ho le mie idee, ma senza per questo dover per forza pretendere di firmare. Quando sparo alcune delle mie scemate con Greggio, non c’è niente di scritto. Ognuno in definitiva è sempre anche un po’ autore di se stesso…».
Mai pensato di smettere?
«Mai, questo lavoro è la mia passione e la mia vita».
Se le proponessero uno show con il suo ex marito, Eros Ramazzotti?
«L’ipotesi che sta facendo è la cosa meno probabile in natura, ma nella vita mai dire mai: se fosse, farebbe un botto unico».
Lui accetterebbe?
«Non lo so, forse. A patto di cantare solo mentre io conduco».
Chiaro. Oggi nello spettacolo italiano conta più il talento o un buon agente?
«Sempre e da sempre il talento. Il buon agente ti può dare qualche occasione, ma senza il talento ti fermi subito dopo. Non credo sia mai andata diversamente».
Le hanno mai proposto di condurre un reality?
«Il “GF”, qualche anno fa, ma rifiutai. Non li amo, non ci credo, non li considero vicini al mio modo di essere. Non potrei mai condurne uno».
Sono davvero in crisi?
«Ho letto del calo degli ascolti del “Grande Fratello”, e dopo tanti anni di messa in onda ci può stare, ma il problema, ragazzi, è complessivo: la tv ha perso il 16-17% del suo bacino d’ascolto, che ormai è frammentato. Sono dolori per tutti».
(TV SORRISI E CANZONI - NOVEMBRE 2011)