Non commettete l’errore di considerarla un esemplare del vintage televisivo. A 52 anni e con un corpo che le ventenni le invidiano, Pamela Prati non ha intenzione di fermarsi, facendosi travolgere dallo squadrone delle carine formato reality. E insieme con Stefano Mezzaroma e Dj Jurij scodella il remix house di uno dei suoi classici: «Menealo», sigla di «Scherzi a parte» 1993. Il pezzo (con relativo video su Youtube) inizia a scaldare le piste delle discoteche europee; poi sarà la volta della rivisitazione di «Boom Boom Money Money» («La sai l’ultima, 1995) e del mai dimenticato «Que te la pongo» («Scherzi a parte», 1994).
Ecco Pamela, oggi come si pone?
«Sono una donna molto amata, che nello spettacolo ha ancora tanto da dare. Al 100% italiana, mi vedo come l’icona dell’unità d’Italia».
Nientemeno. Intanto torna alle vecchie sigle...
«Sì, prima latineggianti, oggi riadattate ai tempi. Canzoni che hanno fatto sognare il pubblico. È risaputo che le mie sono state le sigle più belle degli ultimi varietà».
Brutte notizie, però. Il 4 ottobre a Roma chiuderà ufficialmente anche il “suo” «Bagaglino. Come la vede?
«I tempi cambiano, dopo 46 anni si è chiuso un ciclo. Io dall’88 ci ho lavorato per quasi 23 anni: due “Biberon”, tre “Crème caramel”, “Marameo”, “Torte in faccia”. Sia in tv, che solo al Salone Margherita».
Avete ospitato tutti i politici della prima Repubblica...
«Un po’ la rimpiango, sa? Visto com’è diventata questa... E poi oggi secondo me i comici in video esagerano, fanno caricature troppo pesanti. Da noi passavano Andreotti, Spadolini, Craxi, e facevano sempre una gran bella figura. Tanto che poi chiedevano di tornare».
Forse perché le vostre erano prese in giro e non vera satira?
«No, era satira a tutti gli effetti, che colpiva a destra e a sinistra. Si può far ridere senza massacrare qualcuno».
Le altre primedonne sono state Marini, Yespica, Matilde Brandi...
«E Gabriella Labate, della quale ho un ottimo ricordo, così come della generosità di Valeria. E mi fermo qui».
È vero che lavorerà ancora con Pingitore, il suo pigmalione?
«Sì, con Martufello e Mattioli a marzo debutteremo a Roma al Teatro Golden con il suo “Amore e corna ai tempi di Facebook”».
Con la tv ha chiuso?
«Ho appena girato una candid per “Me lo dicono tutti”, lo show di Raiuno. Ma ho un sogno nel cassetto».
Quale?
«Visto che le donne mi amano e mi fermano ogni giorno per strada chiedendo consigli su come conservare bene il loro corpo, vorrei presentare un programma su salute e benessere».
Una specie di «Più sani, più belli» senza la Lambertucci?
«Lo vorrei chiamare “Naturalmente sani”. So molto in materia di abbinamenti di cibi genuini e ginnastica».
In effetti, si difende bene...
«Il chirurgo plastico Santanché mi ha assegnato quest’anno l’Oscar per la bellezza tutta al naturale».
E il cinema?
«Sto corteggiando da morire Ozpetek, ma non mi dispiacerebbe anche essere reinventata da Pupi Avati, come è successo ad altri. Greggio ha dovuto aspettare 14 anni. Intanto mi consolo con uno spettacolo sulla violenza alle donne: “Legittima difesa dossier”».
Abbiamo finito?
«Non è detto: se Gigi D’Alessio scrive per me il pezzo che ha promesso di scrivere, lo presento a Sanremo. Vuole che non me lo accettino?
(TV SORRISI A CANZONI - SETTEMBRE 2011)
Ecco Pamela, oggi come si pone?
«Sono una donna molto amata, che nello spettacolo ha ancora tanto da dare. Al 100% italiana, mi vedo come l’icona dell’unità d’Italia».
Nientemeno. Intanto torna alle vecchie sigle...
«Sì, prima latineggianti, oggi riadattate ai tempi. Canzoni che hanno fatto sognare il pubblico. È risaputo che le mie sono state le sigle più belle degli ultimi varietà».
Brutte notizie, però. Il 4 ottobre a Roma chiuderà ufficialmente anche il “suo” «Bagaglino. Come la vede?
«I tempi cambiano, dopo 46 anni si è chiuso un ciclo. Io dall’88 ci ho lavorato per quasi 23 anni: due “Biberon”, tre “Crème caramel”, “Marameo”, “Torte in faccia”. Sia in tv, che solo al Salone Margherita».
Avete ospitato tutti i politici della prima Repubblica...
«Un po’ la rimpiango, sa? Visto com’è diventata questa... E poi oggi secondo me i comici in video esagerano, fanno caricature troppo pesanti. Da noi passavano Andreotti, Spadolini, Craxi, e facevano sempre una gran bella figura. Tanto che poi chiedevano di tornare».
Forse perché le vostre erano prese in giro e non vera satira?
«No, era satira a tutti gli effetti, che colpiva a destra e a sinistra. Si può far ridere senza massacrare qualcuno».
Le altre primedonne sono state Marini, Yespica, Matilde Brandi...
«E Gabriella Labate, della quale ho un ottimo ricordo, così come della generosità di Valeria. E mi fermo qui».
È vero che lavorerà ancora con Pingitore, il suo pigmalione?
«Sì, con Martufello e Mattioli a marzo debutteremo a Roma al Teatro Golden con il suo “Amore e corna ai tempi di Facebook”».
Con la tv ha chiuso?
«Ho appena girato una candid per “Me lo dicono tutti”, lo show di Raiuno. Ma ho un sogno nel cassetto».
Quale?
«Visto che le donne mi amano e mi fermano ogni giorno per strada chiedendo consigli su come conservare bene il loro corpo, vorrei presentare un programma su salute e benessere».
Una specie di «Più sani, più belli» senza la Lambertucci?
«Lo vorrei chiamare “Naturalmente sani”. So molto in materia di abbinamenti di cibi genuini e ginnastica».
In effetti, si difende bene...
«Il chirurgo plastico Santanché mi ha assegnato quest’anno l’Oscar per la bellezza tutta al naturale».
E il cinema?
«Sto corteggiando da morire Ozpetek, ma non mi dispiacerebbe anche essere reinventata da Pupi Avati, come è successo ad altri. Greggio ha dovuto aspettare 14 anni. Intanto mi consolo con uno spettacolo sulla violenza alle donne: “Legittima difesa dossier”».
Abbiamo finito?
«Non è detto: se Gigi D’Alessio scrive per me il pezzo che ha promesso di scrivere, lo presento a Sanremo. Vuole che non me lo accettino?
(TV SORRISI A CANZONI - SETTEMBRE 2011)