Fa una vita da cani per evitare che la facciano loro. «Stanotte, per esempio, sono andato a letto alle tre e mezza per svegliarmi dopo le cinque. Del resto, stiamo seguendo una storia per “Striscia”, e bisogna darsi da fare». Edoardo Stoppa, 41 anni, quattro dei quali passati a girare documentari per National Geographic, da tempo è il vendicatore degli animali in servizio permanente effettivo al contro Tg di Canale 5. «In tre anni e mezzo ho girato 270 servizi, una media di 90 l’anno. Alcuni, non facili». E ora esce con un libro in parte autobiografico: «Per fortuna che ci sei».
Che cosa fa, si autocelebra?
«Mannò, quel titolo si riferisce a loro, ai nostri compagni di ogni giorno».
Lei quanti animali ha?
«Due cani: Duda, un tipico meticcio, che ha 12 mesi, trovata in un cassonetto della spazzatura...».
Incredibile.
«Sì, è la nuova moda: quelli che vogliono abbandonare i cani ma non hanno il coraggio di portarli al canile, spesso li lasciano di notte all’ingresso, oppure, temendo le telecamere di sorveglianza, li abbandonano nei cassonetti a 100 metri di distanza. La mattina i volontari devono fare il giro».
E l’altro?
«Lo yorkshire di Juliana (Moreira, la sua compagna, Ndr), Titico.Viene da un giro strano di cagnolini importati dall’Est europeo».
Andando a fare il suo lavoro, lei a volte rischia la vita...
«Spesso me la vedo brutta. Va a fortuna. A volte, dalla segnalazione sembra un caso difficile, gente violenta che poi si rivela pacata. Sono solo ignoranti. Altre volte, parti tranquillo e diventano molto aggressivi»
Oltre all’assistente con la telecamera nascosta, usa anche un body-guard?
«No, siamo solo in tre: io, il cameraman e l’assistente. Il mio approccio a questi signori è sempre pacato, low profile. Poi vediamo come butta. A volte bisogna chiamare le forze dell’ordine, ma solo in certi casi».
Quali?
«Quando diventano pericolosi per gli animali o per altri. Una volta abbiamo avvicinato due tizi che da vent’anni facevano traffico di bulldog e carlini dall’Ungheria. Ne avevano 10 nel bagagliaio: là li prendono a 40 euro e qui li rivendono a 800. Sono scappati a 200 all’ora in autostrada. Capisce che...».
E lei, come si sente nei panni di uno dei mastini di «Striscia»? Senso di onnipotenza?
«Dovrebbero dirlo gli altri, ma mi sento di dirle di no. Sono grato e cerco di essere all’altezza della situazione».
Antonio Ricci come l’ha reclutata?
«La mia agenzia gli ha fatto avere un video. Lui aveva già in testa un ruolo del genere per il programma, e dopo tre giorni ero in onda».
Il suo essere animalista non è un’invenzione. Ci crede davvero.
«La mia passione viene da lontano: da piccolo mio nonno, dottore in Agraria, mi portava a spasso nel suo mondo fra le colline senesi».
Bambini e animali sono una manna per lo share. Basta metterli e aumenta subito di qualche punto...
«Ce ne siamo accorti anche sulle segnalazioni che arrivano al programma: da quando faccio i miei servizi, c’è una prevalenza di quelle che riguardano gli animali. Comunque noi li trattiamo in modo diverso: parliamo di maltrattamenti e li combattiamo. Gli altri li mettono per suscitare tenerezza».
La storia che l’ha colpita di più.
«Quella dei cosiddetti “Orsi della luna”, chiusi in anguste gabbie, ai quali in Vietnam viene applicato un catetere per farne spurgare la bile e usarla per un preparato che serve alla medicina tradizionale cinese. I proprietari ne hanno anche 50-100 e li chiamano bancomat: con 10 cc. di siero realizzano 50 dollari. Che là è una fortuna».
Greggio e Iacchetti, con la loro ironia tagliente, sono un po’ «bastardini»?
«Sono sagaci. Fa parte del gioco ed è parte del loro successo».
(TV SORRISI E CANZONI - OTTOBRE 2011)
Che cosa fa, si autocelebra?
«Mannò, quel titolo si riferisce a loro, ai nostri compagni di ogni giorno».
Lei quanti animali ha?
«Due cani: Duda, un tipico meticcio, che ha 12 mesi, trovata in un cassonetto della spazzatura...».
Incredibile.
«Sì, è la nuova moda: quelli che vogliono abbandonare i cani ma non hanno il coraggio di portarli al canile, spesso li lasciano di notte all’ingresso, oppure, temendo le telecamere di sorveglianza, li abbandonano nei cassonetti a 100 metri di distanza. La mattina i volontari devono fare il giro».
E l’altro?
«Lo yorkshire di Juliana (Moreira, la sua compagna, Ndr), Titico.Viene da un giro strano di cagnolini importati dall’Est europeo».
Andando a fare il suo lavoro, lei a volte rischia la vita...
«Spesso me la vedo brutta. Va a fortuna. A volte, dalla segnalazione sembra un caso difficile, gente violenta che poi si rivela pacata. Sono solo ignoranti. Altre volte, parti tranquillo e diventano molto aggressivi»
Oltre all’assistente con la telecamera nascosta, usa anche un body-guard?
«No, siamo solo in tre: io, il cameraman e l’assistente. Il mio approccio a questi signori è sempre pacato, low profile. Poi vediamo come butta. A volte bisogna chiamare le forze dell’ordine, ma solo in certi casi».
Quali?
«Quando diventano pericolosi per gli animali o per altri. Una volta abbiamo avvicinato due tizi che da vent’anni facevano traffico di bulldog e carlini dall’Ungheria. Ne avevano 10 nel bagagliaio: là li prendono a 40 euro e qui li rivendono a 800. Sono scappati a 200 all’ora in autostrada. Capisce che...».
E lei, come si sente nei panni di uno dei mastini di «Striscia»? Senso di onnipotenza?
«Dovrebbero dirlo gli altri, ma mi sento di dirle di no. Sono grato e cerco di essere all’altezza della situazione».
Antonio Ricci come l’ha reclutata?
«La mia agenzia gli ha fatto avere un video. Lui aveva già in testa un ruolo del genere per il programma, e dopo tre giorni ero in onda».
Il suo essere animalista non è un’invenzione. Ci crede davvero.
«La mia passione viene da lontano: da piccolo mio nonno, dottore in Agraria, mi portava a spasso nel suo mondo fra le colline senesi».
Bambini e animali sono una manna per lo share. Basta metterli e aumenta subito di qualche punto...
«Ce ne siamo accorti anche sulle segnalazioni che arrivano al programma: da quando faccio i miei servizi, c’è una prevalenza di quelle che riguardano gli animali. Comunque noi li trattiamo in modo diverso: parliamo di maltrattamenti e li combattiamo. Gli altri li mettono per suscitare tenerezza».
La storia che l’ha colpita di più.
«Quella dei cosiddetti “Orsi della luna”, chiusi in anguste gabbie, ai quali in Vietnam viene applicato un catetere per farne spurgare la bile e usarla per un preparato che serve alla medicina tradizionale cinese. I proprietari ne hanno anche 50-100 e li chiamano bancomat: con 10 cc. di siero realizzano 50 dollari. Che là è una fortuna».
Greggio e Iacchetti, con la loro ironia tagliente, sono un po’ «bastardini»?
«Sono sagaci. Fa parte del gioco ed è parte del loro successo».
(TV SORRISI E CANZONI - OTTOBRE 2011)