Dopo che il loro pargoletto undicenne ha fatto saltare due incisivi a bastonate a un compagno di classe, marito e moglie, lui avvocato rampante (Christoph Walz), lei operatice finanziaria (Kate Winslet) si ritrovano nell'appartamento dei genitori della giovane vittima per rimediare. Lui (John C. Reilly) vende porta a porta accessori per l'arredamento e per il bagno; lei (Jodie Foster) scrive ed è appassionata di pittura. Sulle prime, la conversazione è pacifica. Riescono persino a compilare insieme il modulo per l'assicurazione. Ma chiacchiera dopo chiacchiera, emergono contrasti caratteriali e divergenze insanabili.
Fatta salva la grande bravura dei protagonisti, estremamente in parte, va detto che siamo di fronte a un lavoro dal ridondante impianto teatrale, che si sviluppa claustrofobicamente fra soggiorno, cucina, bagno e pianerottolo. I dialoghi sono arguti, qua e là si sorride (non troppo) e si riflette su incomunicabilità e inconcludenza dei rapporti umani, ma il cinema è un'altra cosa. Peccato perché Roman Polanski (che ci regala questo film privandosi - si immagina controvoglia - della galera), giocando su alcuni dettagli d'inquadratura, fa il possibile per rendere filmico qualcosa che filmico non è. Non a caso il tutto è tratto dall'opera teatrale "Il Dio del massacro" di Yasmina Reza. Diverte, comunque, il gioco dei dualismi: prima di coppia, poi fra i sessi. In un'ossessiva esasperazione. VOTO: 7.
Fatta salva la grande bravura dei protagonisti, estremamente in parte, va detto che siamo di fronte a un lavoro dal ridondante impianto teatrale, che si sviluppa claustrofobicamente fra soggiorno, cucina, bagno e pianerottolo. I dialoghi sono arguti, qua e là si sorride (non troppo) e si riflette su incomunicabilità e inconcludenza dei rapporti umani, ma il cinema è un'altra cosa. Peccato perché Roman Polanski (che ci regala questo film privandosi - si immagina controvoglia - della galera), giocando su alcuni dettagli d'inquadratura, fa il possibile per rendere filmico qualcosa che filmico non è. Non a caso il tutto è tratto dall'opera teatrale "Il Dio del massacro" di Yasmina Reza. Diverte, comunque, il gioco dei dualismi: prima di coppia, poi fra i sessi. In un'ossessiva esasperazione. VOTO: 7.