Ci sono essenzialmente due modi per affrontare Las Vegas: da giocatore più o meno d'azzardo, e da turista. Nel primo caso, se sei un impallinato di bet e gambling sai già come muoverti e non hai bisogno di queste dritte. Se invece vai per curiosare, e pensi di utilizzare la terra sconsacrata delle scommesse come base per fare un po' di turismo, forse vale la pena di continuare a leggere queste righe. Da Vegas si arriva comodamente sia alla Death Valley, passando per il mitico e cinematografico Zabriskie Point, sino all'incredibile lago di sale di Badwater, sia allo stupefacente Grand Canyon, che richiede qualche ora di viaggio in più. Noleggiando un'auto (qui costano pochissimo, come la maggior parte degli alberghi), in poco più di tre ore si arriva a rosolare tra le rocce e le dune irreali della valle morta. Per il Grand Canyon le ore d'auto salgono almeno a 4/5, quindi conviene fare una riflessione. Meglio il bus gran turismo? Il costo per raggiungere il South Rim, più apprezzato del West Rim, che è però più vicino, è di circa 80 dollari. E richiede 15 ore di impegno, dal pick up in hotel sino al ritorno. Il rischio è di fare 6 ore e mezza di viaggio, fermarsi due ore nei punti di osservazione, e farne altrettante per rientrare. La cosa migliore sarebbe puntare sull'elicottero o un piccolo aereo. Costa decisamente di più, ma si riesce a ottimizzare dal momento che non si è mai soli. Da evitare - se possibile - il noleggio tramite gli alberghi, che applicano ulteriori ricarichi. Io mi sono trovato più che bene con la compagnia Vision Air: 260 dollari a testa per lo stesso viaggio al South Rim, ma senza i tempi infiniti del pullman. Certo, in volo si balla un po' a causa delle turbolenze del vento del deserto, ma lo spettacolo è impagabile.
Per ciò che riguarda gli alloggi a Las Vegas, si possono percorrere due strade: o i mega alberghi della famosa Strip (dal Bellagio al Venetian - kitsch ma imperdibile -, dal Caesar palace al Trump, passando per il Wynn, attualmente il più costoso e modaiolo, e lo Stratosphere, con cena d'obbligo nel ristorante che ruota a 360 gradi a 820 piedi d'altezza), oppure una soluzione più informale e decisamente più economica nelle strutture di Downtown, come il vecchio ma ancora godibilissimo Golden Nugget. Questo hotel casinò (quasi tutti gli hotel di Vegas ne hanno uno incorporato) si affaccia sulla divertente Fremont Street, che nella parte finale diventa Fremont Street Experience (nella foto). Non una strada, ma un'attrazione nell'attrazione. Coperta da una "gabbia" di metallo punteggiata di milioni di led, di sera consente di proiettare video a intervalli predefiniti. Tutte le luci si spengono, e il cielo diventa colori e musica: dal meglio dei Queen, ai Kiss, in un'esperienza totalizzante da condividere con centinaia di persone.
L'ultimissima moda della Fremont Experience si chiama Flightlines. Lanciarsi a gruppi di quattro-cinque sospesi nel vuoto lungo cavi tesi da un'impalcatura all'altra, da un capo all'altro della strada, sopra le teste dei passanti. Niente di pericoloso, c'è tanto di imbragatura e qualcuno che ti recupera all'arrivo, giusto per aiutarti a frenare, ma qualche emozione il giochetto la può regalare.
Per ciò che riguarda gli alloggi a Las Vegas, si possono percorrere due strade: o i mega alberghi della famosa Strip (dal Bellagio al Venetian - kitsch ma imperdibile -, dal Caesar palace al Trump, passando per il Wynn, attualmente il più costoso e modaiolo, e lo Stratosphere, con cena d'obbligo nel ristorante che ruota a 360 gradi a 820 piedi d'altezza), oppure una soluzione più informale e decisamente più economica nelle strutture di Downtown, come il vecchio ma ancora godibilissimo Golden Nugget. Questo hotel casinò (quasi tutti gli hotel di Vegas ne hanno uno incorporato) si affaccia sulla divertente Fremont Street, che nella parte finale diventa Fremont Street Experience (nella foto). Non una strada, ma un'attrazione nell'attrazione. Coperta da una "gabbia" di metallo punteggiata di milioni di led, di sera consente di proiettare video a intervalli predefiniti. Tutte le luci si spengono, e il cielo diventa colori e musica: dal meglio dei Queen, ai Kiss, in un'esperienza totalizzante da condividere con centinaia di persone.
L'ultimissima moda della Fremont Experience si chiama Flightlines. Lanciarsi a gruppi di quattro-cinque sospesi nel vuoto lungo cavi tesi da un'impalcatura all'altra, da un capo all'altro della strada, sopra le teste dei passanti. Niente di pericoloso, c'è tanto di imbragatura e qualcuno che ti recupera all'arrivo, giusto per aiutarti a frenare, ma qualche emozione il giochetto la può regalare.