Per divergenze in fase di realizzazione, l'incazzoso regista René Ferretti (Francesco Pannofino) molla stizzito il set della fiction "Il giovane Ratzinger", lasciando tutta la sua troupe in braghe di tela. Dopo aver passato mesi senza lavoro, invece di accettare un altro sottoprodotto televisivo, riesce ad accaparrarsi i diritti de "La Casta", il bestseller di Rizzo e Stella, e sembra aver trovato chi è disposto a produrgli il tanto agognato film d'autore. Inizia la problematica caccia agli sceneggiatori, uno più sbiellato dell'altro, e quando partono le riprese, tra un attore egocentrico e fallito (Pietro Sermonti) che vuole imporre a tutti i costi la propria presenza e un'attrice cagna (Carolina Crescentini) da accettare in un pacchetto contrattuale, i problemi non sono pochi. Riuscirà ad arrivare alla fine senza deviare dal progetto iniziale?
Pur essendo ironico e ammiccante (soprattutto per chi è del mestiere), il lavoro di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo non riesce a decollare del tutto. Vorrebbe essere davvero un film, ma non va oltre la puntata allungata di una fiction trendy. Peccato, perché gli spunti non mancavano: dalla grande attrice complessata e un po' esaurita (c'è chi ha visto in lei un misto fra Margherita Buy e Laura Morante), alla sferzante ironia sul mondo tette-rutti-scuregge dei cinepanettoni. A proposito, su Facebook è nato un gruppo per riunire chi ha l'orgoglio di detestarli, così come i loro agghiaccianti alfieri: Christian De Sica e Neri Parenti. Onestamente, non so dire se il problema sia la sceneggiatura un po' debole o una certa povertà produttiva. Forse il paradosso sta nel manico: una satira sulle magagne del cinema di casa nostra, non può diventare un vero film, ma deve restare per forza una grottesca fiction. VOTO: 6/7.
Pur essendo ironico e ammiccante (soprattutto per chi è del mestiere), il lavoro di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo non riesce a decollare del tutto. Vorrebbe essere davvero un film, ma non va oltre la puntata allungata di una fiction trendy. Peccato, perché gli spunti non mancavano: dalla grande attrice complessata e un po' esaurita (c'è chi ha visto in lei un misto fra Margherita Buy e Laura Morante), alla sferzante ironia sul mondo tette-rutti-scuregge dei cinepanettoni. A proposito, su Facebook è nato un gruppo per riunire chi ha l'orgoglio di detestarli, così come i loro agghiaccianti alfieri: Christian De Sica e Neri Parenti. Onestamente, non so dire se il problema sia la sceneggiatura un po' debole o una certa povertà produttiva. Forse il paradosso sta nel manico: una satira sulle magagne del cinema di casa nostra, non può diventare un vero film, ma deve restare per forza una grottesca fiction. VOTO: 6/7.