«Il debutto di 'Amici miei - Come tutto ebbe inizio' qui da noi? Roba da spararsi».
Completo grigio, sorriso e aria rassicuranti, non usa mezzi termini Felice De Santis, da 42 anni titolare del multisala Orfeo di Viale Coni Zugna, uno tra i cinema storici di Milano. «Vuole sapere lo sbigliettamento di ieri, mercoledì, per il debutto di Amici Miei? Solo 100 biglietti in un giorno, con quattro spettacoli, in una sala, quella verde, che ha 290 posti. Non so se rendo l'idea. Un tonfo. Ma so che sta andando male in tutta la Lombardia. Noi esercenti abbiamo un canale interno per verificare le tendenze già il giorno dopo, prima che escano i dati ufficiali».
Oggi, giovedì, giorno di festa per i 150 anni dell'Unità Italia, non è andata meglio a Christian De Sica, Neri Parenti, Giorgio Panariello, Massimo Ghini, Michele Placido e Paolo Hendel. «I dati di oggi - continua il gestore - glieli do al dettaglio: allo spettacolo delle ore 15 c'erano 69 spettatori; alle 17,30 avevamo 109 spettatori e alle ore 20 appena 49 paganti. Tenga conto che la sala è sempre da 290 posti. Quest'ultimo dato delle 20 è molto indicativo perché - essendo domani giornata lavorativa - il primo spettacolo in genere è più frequentato del secondo. Insomma, per ora qui da noi possiamo parlare di flop». La pellicola è in programmazione in altri tre cinema cittadini.
Nelle altre due sale dell'Orfeo, invece, la rossa e la blu, «Il cigno nero» con Natalie Portman vince a mani basse, e si piazza molto bene il cartoon «Rango». «'Il cigno nero' è un film splendido, sta incontrando tantissimo. Lo proiettiamo nella sala grande, 720 posti, che per grandezza di schermo e soprattutto per acustica è forse la migliore di Milano. E secondo me può anche togliere il forse. 'Rango' invece è stata una sorpresa: un'animazione western che piace sia ai bambini che ai genitori. A parte le eccezioni, questo è stato l'anno del cinema italiano, che sta vivendo una nuova primavera e ci ha salvato. Dall'America è arrivato poco: ora aspettiamo con ansia I pirati dei Caraibi, a maggio».
E il pubblico di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», qual è? «Soprattutto - dice De Santis - 40-50enni che entrano per nostalgia, attratti dal titolo del vecchio film con Ugo Tognazzi. Senza sapere che poi dell'originale in questo film non c'è niente: gag poco divertenti, straviste. So che c'è stata una protesta su internet, ne hanno parlato i giornali. Ma guardi: secondo me più che altro è questo genere di film e sono questi personaggi che non tirano più. Basti vedere com'è andato l'ultimo cinepanettone...».
Quel che preoccupa di più l'esercente milanese è piuttosto il rincaro di un euro sul prezzo del biglietto, che scatterà dal primo luglio. «Lo fanno partire nella stagione di minore affluenza proprio per abituare lentamente il pubblico all'idea. Fosse stato settembre, sarebbe stato uno choc. Per noi però sarà un guaio, un vero guaio - conclude - ed è ora che iniziamo a protestare, a farci sentire. Di quell'euro niente entrerà nelle nostre tasche. In compenso per una famiglia di quattro persone venire al cinema inizierà a costare un po' troppo...».
Completo grigio, sorriso e aria rassicuranti, non usa mezzi termini Felice De Santis, da 42 anni titolare del multisala Orfeo di Viale Coni Zugna, uno tra i cinema storici di Milano. «Vuole sapere lo sbigliettamento di ieri, mercoledì, per il debutto di Amici Miei? Solo 100 biglietti in un giorno, con quattro spettacoli, in una sala, quella verde, che ha 290 posti. Non so se rendo l'idea. Un tonfo. Ma so che sta andando male in tutta la Lombardia. Noi esercenti abbiamo un canale interno per verificare le tendenze già il giorno dopo, prima che escano i dati ufficiali».
Oggi, giovedì, giorno di festa per i 150 anni dell'Unità Italia, non è andata meglio a Christian De Sica, Neri Parenti, Giorgio Panariello, Massimo Ghini, Michele Placido e Paolo Hendel. «I dati di oggi - continua il gestore - glieli do al dettaglio: allo spettacolo delle ore 15 c'erano 69 spettatori; alle 17,30 avevamo 109 spettatori e alle ore 20 appena 49 paganti. Tenga conto che la sala è sempre da 290 posti. Quest'ultimo dato delle 20 è molto indicativo perché - essendo domani giornata lavorativa - il primo spettacolo in genere è più frequentato del secondo. Insomma, per ora qui da noi possiamo parlare di flop». La pellicola è in programmazione in altri tre cinema cittadini.
Nelle altre due sale dell'Orfeo, invece, la rossa e la blu, «Il cigno nero» con Natalie Portman vince a mani basse, e si piazza molto bene il cartoon «Rango». «'Il cigno nero' è un film splendido, sta incontrando tantissimo. Lo proiettiamo nella sala grande, 720 posti, che per grandezza di schermo e soprattutto per acustica è forse la migliore di Milano. E secondo me può anche togliere il forse. 'Rango' invece è stata una sorpresa: un'animazione western che piace sia ai bambini che ai genitori. A parte le eccezioni, questo è stato l'anno del cinema italiano, che sta vivendo una nuova primavera e ci ha salvato. Dall'America è arrivato poco: ora aspettiamo con ansia I pirati dei Caraibi, a maggio».
E il pubblico di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», qual è? «Soprattutto - dice De Santis - 40-50enni che entrano per nostalgia, attratti dal titolo del vecchio film con Ugo Tognazzi. Senza sapere che poi dell'originale in questo film non c'è niente: gag poco divertenti, straviste. So che c'è stata una protesta su internet, ne hanno parlato i giornali. Ma guardi: secondo me più che altro è questo genere di film e sono questi personaggi che non tirano più. Basti vedere com'è andato l'ultimo cinepanettone...».
Quel che preoccupa di più l'esercente milanese è piuttosto il rincaro di un euro sul prezzo del biglietto, che scatterà dal primo luglio. «Lo fanno partire nella stagione di minore affluenza proprio per abituare lentamente il pubblico all'idea. Fosse stato settembre, sarebbe stato uno choc. Per noi però sarà un guaio, un vero guaio - conclude - ed è ora che iniziamo a protestare, a farci sentire. Di quell'euro niente entrerà nelle nostre tasche. In compenso per una famiglia di quattro persone venire al cinema inizierà a costare un po' troppo...».