Gianni Morandi (sì, proprio lui, quello che andava a cento all'ora e adesso ha decisamente rallentato); Gianni Morandi, dicevo (massì, quello delle manone e delle giacche glitterate modello avanspettacolo); insomma, Gianni "stiamo uniti" Morandi alla quarta serata sanremese inizia a dare evidentissimi segni di scollamento, peraltro già manifestati nei giorni precedenti. E non riesce più a tenere insieme non solo i cocci della sua scombiccherata banda di gnocche e saltimbanchi, ma neppure lo spettacolo.
L'organizzazione di palco di un Festival di Sanremo non può essere fatta completamente a cappella, intesa non come interpretazione solo vocale. Ieri sera sembrava la sagra della porchetta. Non funzionava niente. Pippo Baudo per molto meno avrebbe ucciso a mani nude chiunque. Una cosa indegna e difficilmente perdonabile a Raiuno.
Lo spettacolo era iniziato con Belen e Canalis (già ribattezzate in Liguria Belìn e Cagnalis) in corsa per l'Oscar di peggior trucco-parrucco-costumi della storia festivaliera. Qualcosa fra l'antica Roma e la Nuova Burineria del Corso. Poi, fra una telepromozione e l'altra (quasi tutte a cura del sciur Morandi), il già citato Gianni entrava in scena con la stessa convinzione del mio babbo quando è un po' che non prende la medicina.
A gettare nel panico la platea pensa un'indemoniata Loredana Errore, che canta "Bastardo" con Anna Tatangelo. Dirige l'orchestra l'esorcista Padre Amorth.
E mentre ti stai ancora domandando se sia ingrassata di più Monica Bellucci o Andy Garcia, entrano in scena Giusy Ferreri e Francesco Sàrcina. Ovvero l'ex cassiera dark e l'uomo lupo coi basettoni. La trasformazione di lei è già avvenuta; quella di lui scatta quando gli sbagliano l'accento del cognome, e succede ogni due per tre.
Il povero Robert De Niro tocca il punto più basso della sua carriera: non solo deve lanciare la marchetta di "Manuale d'amore", ma viene costretto a fare da spalla alla Canalis, che vuole a tutti i costi dimostrare di sapere l'inglese. Momenti memorabili. "Ma come si traduce Taxi driver?" Chissà. Fra l'altro, poi, la Grande Traduttrice anglo-sarda entra in sciopero sui Take That. Che evidentemente parlano un'altra lingua. Boh.
Un plauso va a Irene Fornaciari, che ha imparato a cantare in laghée meglio di Van De Sfroos, e anche al pezzo (poco provato) di Luca e Paolo sugli incredibili, ipotetici leader della sinistra.
E mentre ti domandi come possano avere ripescato il pezzo di Al Bano, Francesco Renga arriva a nobilitare la performance di Emma Marrone e dei Modà. Talmente favoriti che potrebbero quasi farcela.
L'organizzazione di palco di un Festival di Sanremo non può essere fatta completamente a cappella, intesa non come interpretazione solo vocale. Ieri sera sembrava la sagra della porchetta. Non funzionava niente. Pippo Baudo per molto meno avrebbe ucciso a mani nude chiunque. Una cosa indegna e difficilmente perdonabile a Raiuno.
Lo spettacolo era iniziato con Belen e Canalis (già ribattezzate in Liguria Belìn e Cagnalis) in corsa per l'Oscar di peggior trucco-parrucco-costumi della storia festivaliera. Qualcosa fra l'antica Roma e la Nuova Burineria del Corso. Poi, fra una telepromozione e l'altra (quasi tutte a cura del sciur Morandi), il già citato Gianni entrava in scena con la stessa convinzione del mio babbo quando è un po' che non prende la medicina.
A gettare nel panico la platea pensa un'indemoniata Loredana Errore, che canta "Bastardo" con Anna Tatangelo. Dirige l'orchestra l'esorcista Padre Amorth.
E mentre ti stai ancora domandando se sia ingrassata di più Monica Bellucci o Andy Garcia, entrano in scena Giusy Ferreri e Francesco Sàrcina. Ovvero l'ex cassiera dark e l'uomo lupo coi basettoni. La trasformazione di lei è già avvenuta; quella di lui scatta quando gli sbagliano l'accento del cognome, e succede ogni due per tre.
Il povero Robert De Niro tocca il punto più basso della sua carriera: non solo deve lanciare la marchetta di "Manuale d'amore", ma viene costretto a fare da spalla alla Canalis, che vuole a tutti i costi dimostrare di sapere l'inglese. Momenti memorabili. "Ma come si traduce Taxi driver?" Chissà. Fra l'altro, poi, la Grande Traduttrice anglo-sarda entra in sciopero sui Take That. Che evidentemente parlano un'altra lingua. Boh.
Un plauso va a Irene Fornaciari, che ha imparato a cantare in laghée meglio di Van De Sfroos, e anche al pezzo (poco provato) di Luca e Paolo sugli incredibili, ipotetici leader della sinistra.
E mentre ti domandi come possano avere ripescato il pezzo di Al Bano, Francesco Renga arriva a nobilitare la performance di Emma Marrone e dei Modà. Talmente favoriti che potrebbero quasi farcela.