giovedì 10 febbraio 2011

GIALAPPA'S BAND * DA VOCI FUORI CAMPO A VOCI FUORI TEMPO (MASSIMO)

A furia di «Mai dire», hanno detto tutto. Hanno detto troppo. I tre della Gialappa's Band si avviano a diventare i novelli Testimoni di Geova dell'etere. Suonano il campanello a qualsiasi ora del giorno e della notte, ripetitivi e petulanti, ma ti spiace mandarli a quel paese perché portano il Sacro Verbo dell'ironia. Che sarebbe cosa anche buona e giusta se il tutto non diventasse (com'è diventato) professione squisitamente impiegatizia. L'obbligo di farti sorridere con la stessa tiritera. Il più delle volte sparando sulla Croce Rossa, fra parentesi.


L'ultima creatura di Carlo Taranto, Marco Santin e Giorgio Gherarducci, nobili parassiti dei palinsesti di Canale 5, è «Mai dire Amici». Ora, alzi la mano chi sentiva la necessità di questo programma. Certo, «Mai dire Grande Fratello» è stato un innegabile successo, ma perché applicare l'abusata, abusatissima ricetta dei gialappi a ogni produzione della rete? Loro alzano le mani dicendo che non possono fare niente di nuovo perché gli viene chiesto solo di reiterare collaudati modelli. Sarà, ma di fatto accettano sempre e non partoriscono niente di nuovo da lustri. Adeguatamente pagati per questo. Il che ricorda un po' la barzelletta della signora poco avvenente che si rammarica per essere stata stuprata, ma fa capire tra le righe che ogni tanto non disdegnerebbe un'altra botta dal suo carnefice.

Cari Gialappi, lasciate in pace Maria De Filippi (tanto lei non si può toccare) e giocate pure con Rudy Zerbi e Diana Del Bufalo. Ma stracca ripetizione per stracca ripetizione, fateci almeno sognare col vostro prossimo, coraggioso progetto: «Mai dire Tg5».

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