In una puntata fiume pressoché scarica di blocchi pubblicitari (sarà la crisi o un favorone della Sipra alla rete per garantire buoni ascolti al debutto?), "X-Factor" ha fatto un miracolo che neanche San Gennaro. Il programma fuzionava, scorreva, a volte riusciva persino a divertire, nonostante il macigno dell'assenza di Morgan. Mister Castoldi (con tutti i suoi ciclotimici difetti, preziosi per il video) era "X-Factor". Se a "X-Factor" togli Morgan - un po' guru un po' para-guru - hai tolto allo show gran parte del suo fascino, si credeva. E dal momento che il tavolo dei giudici è la quintessenza di tutti i talent, le preoccupazioni non erano poche.
Invece, anche senza il carisma del Pirata - complice un casting di talenti fatto con grandissima cura - la trasmissione ha retto. Fra una Katy Perry con quattro dita di cerone per coprire i brufoli e un Marco Mengoni sempre più disinvolto, con un pezzo alla Piero Pelù vecchia maniera, Francesco Facchinetti ha condotto in porto il vascello di Raidue con sicurezza, mentendo quanto basta: "Niente è più come prima" ripeteva. Ma è solo uno slogan, non la verità.
I giudici. Su tutti sovrastava, come sempre, Mara Maionchi. Fra gesti dell'ombrello, piccoli scazzi, sorrisi e unghie pittate di verde, la signora Fletcher del pentagramma è una spanna sopra tutti gli altri, col suo grande, ruspante senso dello spettacolo. Un po' frenato Elio (la trovata migliore è stata vestirsi da Morgan), che ai lazzi ha preferito alcune pignolerie tecnicistiche. Enrico Ruggeri, impiegato finalmente come si deve in televisione, riesce a far dimenticare in un colpo solo le nefandezze de "Il bivio" e "Mistero", e non era facile. Il limite televisivo del Rouge nel contesto di un talent è solo quello di essere una persona pacata, certo non incline alle zuffe da audience. Più compentenza, meno spettacolo. Persino Anna Tatangelo, la 24enne (ma l'età cerebrale supera i 45, fa fede il Nintendo Brain Training) della nostra canzonetta è riuscita a non sfigurare. Oltre a essere il Punto G (inteso come Gnocca, non come Gigi D'Alessio) del programma, se la gioca con freschezza e la battuta pronta persino in un corpo a corpo con Milly D'Abbraccio.
Se continua così, il povero Morgan va nel dimenticatoio in 3 settimane.
Invece, anche senza il carisma del Pirata - complice un casting di talenti fatto con grandissima cura - la trasmissione ha retto. Fra una Katy Perry con quattro dita di cerone per coprire i brufoli e un Marco Mengoni sempre più disinvolto, con un pezzo alla Piero Pelù vecchia maniera, Francesco Facchinetti ha condotto in porto il vascello di Raidue con sicurezza, mentendo quanto basta: "Niente è più come prima" ripeteva. Ma è solo uno slogan, non la verità.
I giudici. Su tutti sovrastava, come sempre, Mara Maionchi. Fra gesti dell'ombrello, piccoli scazzi, sorrisi e unghie pittate di verde, la signora Fletcher del pentagramma è una spanna sopra tutti gli altri, col suo grande, ruspante senso dello spettacolo. Un po' frenato Elio (la trovata migliore è stata vestirsi da Morgan), che ai lazzi ha preferito alcune pignolerie tecnicistiche. Enrico Ruggeri, impiegato finalmente come si deve in televisione, riesce a far dimenticare in un colpo solo le nefandezze de "Il bivio" e "Mistero", e non era facile. Il limite televisivo del Rouge nel contesto di un talent è solo quello di essere una persona pacata, certo non incline alle zuffe da audience. Più compentenza, meno spettacolo. Persino Anna Tatangelo, la 24enne (ma l'età cerebrale supera i 45, fa fede il Nintendo Brain Training) della nostra canzonetta è riuscita a non sfigurare. Oltre a essere il Punto G (inteso come Gnocca, non come Gigi D'Alessio) del programma, se la gioca con freschezza e la battuta pronta persino in un corpo a corpo con Milly D'Abbraccio.
Se continua così, il povero Morgan va nel dimenticatoio in 3 settimane.