È uscito oggi per Aliberti editore il libro di David De Filippi «Lapo Elkann - Il Forrest Gump italiano». Sottotitolo: «Tutte le mirabolanti imprese di Lapo, fuoriclasse della gaffe Made in Italy». Una sorta di biografia autorizzata del discusso rampollo di casa Fiat. Curiosamente, il volumetto contiene un'ispirata ode a Lapo scritta dal pisano Guido Genovesi, concorrente del «Grande Fratello» squalificato per bestemmia. Ecco il testo della poesia, che - pur affrontando temi anche scabrosi - rasenta il dolce stil novo:
A Lapo Elkann
In doppiopetto blu con qualche riga bianca,
Non si può certo dir che il fascino non manca;
Elegante e fantasioso il tuo sembiante appare
E anche il tuo linguaggio risuona singolare.
Mi piace quel capello fluente, rosso e mosso,
Il modo in cui lo porti, direi poco ortodosso,
Così come il vestire disinvolto e sorprendente,
Quel tuo stile che non ha da render conto a niente.
Del resto non è certo la forma dei capelli
Che deve dimostrar la stirpe degli Agnelli
E in questo al caro nonno sei molto somigliante
Ché di avventure pure lui ne ha vissute tante.
Che dir di quella notte che la morte ti sfiorò,
Che al tempo troppa gente, ma è normale, ne parlò;
Nessun se lo aspettava e lo stupor fu nazionale
Nel vedere Lapo Elkann come un comun mortale;
E questo, ti confesso, mi ha suscitato simpatia,
Questo tuo romper le righe dell’illustre dinastia.
Ricordo gli sciacalli gettarsi sopra la notizia,
Sul tuo corpo in fin di vita, sulla povera Patrizia,
Che in quei giorni fu assalita dai giornalisti e dai
tuoi fans,
Non ce la fece più e alla fine cadde in trance.
Intorno a te scoppiò un immane parapiglia,
Non so chi ti ha salvato, se Dio o la famiglia,
Non giudico i tuoi gusti e la tua trans-gressione,
Se amavi sniffar coca abbinata col tranvione;
Nell’umana vita può succeder che si sbagli,
Ma chi è senza peccato la prima pietra scagli!
Di tempo ne è passato, la botta è stata soda,
Ma oggi il nome tuo è sinonimo di moda,
Adesso tu sei immune dai ricatti e da Corona
E del marchio Fiat sei la consacrata icona.
“Be cool” ormai ricorre nel quotidiano tuo parlare,
Ma non quel “cul” a cui il maligno può pensare.
Vabbè, lasciamo stare, diciamo punto e accapo
E così posso finir la mia poesia per Lapo.
Con simpatia
Guido Genovesi