Secondo il medico è solo un piccolo eczema, niente di grave...» dice Dalila sfiorando le macchioline rosse sul viso del suo adorato Aaron. Nel minuscolo residence dai colori pastello, aggrappato alle colline di Cannes, dove si è «trasferita da due mesi», cioè da quando è nata la creatura, Dalila Bennour maneggia con disinvoltura biberon e latte in polvere. La ragazza francese che sostiene di avere avuto un figlio non riconosciuto da Massimiliano Muzio, il giovane milanese che è su Raidue in cerca de «La sposa perfetta», ormai ha deciso di «andare sino in fondo». «Non voglio soldi, l’ho detto e ripetuto. E non mi è piaciuta l’aggressione verbale subita in diretta da Ambra, la mamma di Max, che considero una persona quantomeno strana. Continua a sottolineare che loro hanno molti soldi. Ma io che cosa posso farci? A me interessa solo che venga riconosciuta la paternità di mio figlio, che avrei preferito fosse nato intenzionalmente, da un amore vero, e non da una storia occasionale. Ma è andata così. Sono stata accusata di avere mentito, è questa è un’onta per la mia famiglia». Intanto, cellulare alla mano, mostra il registro delle chiamate fatte e ricevute, il testo di un sms inviato, sgrana un rosario di date e dettagli. E aggiunge: «Ora ho chiesto alla compagnia telefonica il tabulato per dimostrare che ciò che dico è vero. Poi, quando Massimiliano finirà il reality, faremo il test del Dna».
Non ha avuto una vita facile, Dalila. 28 anni, ragazza di origine «ebreo-tunisina» dal sorriso che si accende e si spegne repentinamente, come il sole della perla della Costa Azzurra quando le nubi hanno voglia di rompere le scatole, da cinque lavora «nell’ufficio amministrazione di un grande magazzino di alimentari»; e ora gliene toccano tre di aspettativa. «Avevo iniziato studiando Medicina all’Università, ma un tumore si è portato via mia madre. Sono entrata in crisi e dopo due anni ho abbandonato, non riuscivo a continuare con quella materia. Con mio padre, invece, non ho più rapporti da molto tempo. Ho tre fratelli più giovani, e quello di 18 anni vive con me, lo cresco io».
Così come Dalila è stata cresciuta e aiutata da zio Guy, 45 anni. «Quando finisce questo reality?» si informa lui. «Massimiliano è giovane, un ragazzo, posso capire tante cose. Ma voglio che mi guardi negli occhi e mi ripeta che mento quando dico che con lui ci siamo sentiti, che lui sapeva. Per il resto, questo bimbo è la nostra felicità». «Vogliamo farne un calciatore» conclude sorridendo. «La prossima Coppa del mondo dev’essere nostra. Ci pensi tu a Materazzi, vero Aaron?». Qui Dalida s’infiamma, estrae il cellulare, e fa partire il video cult con il leggendario colpo di testa di Zidane nella finale Francia-Italia.
Così come Dalila è stata cresciuta e aiutata da zio Guy, 45 anni. «Quando finisce questo reality?» si informa lui. «Massimiliano è giovane, un ragazzo, posso capire tante cose. Ma voglio che mi guardi negli occhi e mi ripeta che mento quando dico che con lui ci siamo sentiti, che lui sapeva. Per il resto, questo bimbo è la nostra felicità». «Vogliamo farne un calciatore» conclude sorridendo. «La prossima Coppa del mondo dev’essere nostra. Ci pensi tu a Materazzi, vero Aaron?». Qui Dalida s’infiamma, estrae il cellulare, e fa partire il video cult con il leggendario colpo di testa di Zidane nella finale Francia-Italia.