Chiamatela grande festa. Chiamatela, se preferite, ottimizzazione delle risorse. Insomma, chiamatela come vi pare ma - religiosamente parlando - si tratta della prima comunione e del battesimo quasi simultanei (in quanto celebrati la stessa mattina) dei due figli di Enrico Papi e signora: rispettivamente Rebecca, otto anni, e Iacopo, due mesi. A seguire, come tradizione comanda, pranzo cumulativo per familiari e amici; tutti in ghingheri nel fastoso giardino di un grand hotel romano. Che confina con la piscina già attrezzata dell’albergo, dove i bagnanti in costume, sotto il sole a picco, non risparmiano occhiate beffarde e curiose ai sudatissimi invitati di questo doppio party. Molto baby e un po’ vip.
Siamo al prendi due paghi uno, all’offerta speciale della cerimonia formato famiglia? «Mannò» sorride Papi. «È che avendo già programmato la prima comunione di Rebecca, abbiamo fatto in modo di far coincidere il battesimo di Iacopo. Ed è stata la stessa Rebecca a invitare idealmente il fratellino alla sua festa». In una giornata, come «Sorrisi» può documentare in esclusiva in queste pagine, veramente campale per il conduttore, che torna in tv dal 26 maggio su Canale 5 con il nuovo quiz preserale «Jackpot».
«Non ricordo un sabato così convulso» continua Papi «sballottati fra una chiesa e l’altra, con i tempi stretti per paura di mancare l’appuntamento successivo. E mia moglie che fra parentesi, tra uno spostamento e l’altro, in auto, continuava ad allattare, perché lo fa ogni tre ore. In definitiva eravamo piuttosto tesi, lo ammetto».
Tutto comincia alle 10,15, a Roma, nella chiesa di Santa Susanna, delle monache cistercensi, a due passi da via XX settembre. Enrico Papi, sua moglie Raffaella Schifino e i loro due bimbi scendono, con un piccolo ritardo sulla tabella di marcia, da un’auto-furgoncino blu, con autista e bodyguard incorporati. La piccola Rebecca, felice, vola in chiesa, assieme agli altri quaranta bambini che - come lei - frequentano la terza elementare alla scuola internazionale Marymount. La messa è tutta celebrata in inglese, ma la folla di genitori e parenti non si scompone più di tanto. Sarebbe difficile, del resto, tenuta a bada, com’è, da un’inflessibile insegnante tedesca in completino carta da zucchero che si scioglie soltanto man mano che cala la tensione legata all’evento.
Alla fine, il nostro fotografo incalza Rebecca, e la bimba è una forza della natura: per ogni scatto, cambia posa ed espressione del viso. Roba da far impallidire la buonanima di Anna Magnani. Fra riti e canti, la prima cerimonia «sfora» (come si direbbe in tv) di almeno tre quarti d’ora, e la famiglia Papi risale in auto schizzando verso il secondo appuntamento. Quello di mezzogiorno (in teoria) alla basilica di San Giovanni. La piazza romana teatro dei grandi eventi, delle adunate musicali oceaniche, è quasi deserta, ma all’interno della magnifica cappella di Papa Clemente XII («È intitolata alla famiglia Corsini, e mi dicono sia una tra le più belle di Roma» dice Papi con orgoglio) batte il cuore di Iacopo. Vestito con lo stesso abitino bianco che indossava papà Enrico al suo battesimo, si guarda in giro beato. È monsignor Bob Sarno (lo stesso che officiò il matrimonio fra i suoi genitori) a celebrare il rito. Il padrino e la madrina non sono due persone qualunque. C’è il bolognese Beppe Caschetto, agente di Papi e uno tra i più noti impresari italiani, e con lui Annalisa Vasile, moglie di quel Paolo Vasile che su Italia 1 vide nascere il successo del programma cult del conduttore («Sarabanda»), e oggi amministratore delegato della spagnola Telecinco. Padre Bob battezza Iacopo e poi guarda i presenti lasciandosi andare a uno scherzoso commento: «Voi da lì non lo potevate vedere, ma questo bambino si è divertito molto, era la persona più felice durante questa cerimonia. Speriamo che non cresca come suo papà». Per Iacopo e Rebecca arriva anche il rituale telegramma augurale di Papa Benedetto XVI.
Sbrigata la nuova raffica di foto di gruppo (in questa fase spiccano le presenze dei genitori di Raffella, Liliana e Riccardo Schifini, e di Enrico, Luciana e Samuele Papi), la tele-famiglia punta dritto all’Hotel Hilton, dove per il ricevimento ha fatto riservare l’elegante sala Belle Arti. Nel giardino antistante alcuni invitati attendono impazienti l’arrivo dei genitori, con l’avveniristica carrozzina di Iacopo. I camerieri solerti girano servendo gli aperitivi, ma di lì a poco si passa al pranzo. «Abbiamo fatto una cosa semplice e veloce» dice Papi. «Due sole portate, un primo e un secondo, e pochi, selezionati invitati. Poi di nuovo in giardino per il dolce. Però a tutti i bambini presenti abbiamo riservato il tavolone imperiale. Raffaella ha curato personalmente gli addobbi floreali: peonie rosa per Benedetta e bianche per Iacopo».
Tra gli invitati, amiche di famiglia, qualche autore, l’immancabile monsignor Bob, e la regista Giuliana Baroncelli, che sta seguendo la preparazione del nuovo quiz preserale di Papi, «Jackpot», in onda su Canale 5 al posto del «Fifty Fifty» di Scotti. «È un gioco dove si sfidano coppie di concorrenti, attorno a una sorta di roulette, rispondendo a domande che prevedono un sì o un no. Conta la preparazione ma anche la fortuna è determinante per arrivare a conquistare il montepremi. Ho incontrato Gerry e mi ha dato la sua benedizione: era felice che provassi questo format che viene dall’Olanda, realizzato con Endemol. È un esperimento, spero che vada bene, anche se dobbiamo lottare contro gli Europei, proponendoci come alternativa al calcio. Non punto al preserale: da settembre torno su Italia 1 con “La ruota della fortuna”».
Siamo al prendi due paghi uno, all’offerta speciale della cerimonia formato famiglia? «Mannò» sorride Papi. «È che avendo già programmato la prima comunione di Rebecca, abbiamo fatto in modo di far coincidere il battesimo di Iacopo. Ed è stata la stessa Rebecca a invitare idealmente il fratellino alla sua festa». In una giornata, come «Sorrisi» può documentare in esclusiva in queste pagine, veramente campale per il conduttore, che torna in tv dal 26 maggio su Canale 5 con il nuovo quiz preserale «Jackpot».
«Non ricordo un sabato così convulso» continua Papi «sballottati fra una chiesa e l’altra, con i tempi stretti per paura di mancare l’appuntamento successivo. E mia moglie che fra parentesi, tra uno spostamento e l’altro, in auto, continuava ad allattare, perché lo fa ogni tre ore. In definitiva eravamo piuttosto tesi, lo ammetto».
Tutto comincia alle 10,15, a Roma, nella chiesa di Santa Susanna, delle monache cistercensi, a due passi da via XX settembre. Enrico Papi, sua moglie Raffaella Schifino e i loro due bimbi scendono, con un piccolo ritardo sulla tabella di marcia, da un’auto-furgoncino blu, con autista e bodyguard incorporati. La piccola Rebecca, felice, vola in chiesa, assieme agli altri quaranta bambini che - come lei - frequentano la terza elementare alla scuola internazionale Marymount. La messa è tutta celebrata in inglese, ma la folla di genitori e parenti non si scompone più di tanto. Sarebbe difficile, del resto, tenuta a bada, com’è, da un’inflessibile insegnante tedesca in completino carta da zucchero che si scioglie soltanto man mano che cala la tensione legata all’evento.
Alla fine, il nostro fotografo incalza Rebecca, e la bimba è una forza della natura: per ogni scatto, cambia posa ed espressione del viso. Roba da far impallidire la buonanima di Anna Magnani. Fra riti e canti, la prima cerimonia «sfora» (come si direbbe in tv) di almeno tre quarti d’ora, e la famiglia Papi risale in auto schizzando verso il secondo appuntamento. Quello di mezzogiorno (in teoria) alla basilica di San Giovanni. La piazza romana teatro dei grandi eventi, delle adunate musicali oceaniche, è quasi deserta, ma all’interno della magnifica cappella di Papa Clemente XII («È intitolata alla famiglia Corsini, e mi dicono sia una tra le più belle di Roma» dice Papi con orgoglio) batte il cuore di Iacopo. Vestito con lo stesso abitino bianco che indossava papà Enrico al suo battesimo, si guarda in giro beato. È monsignor Bob Sarno (lo stesso che officiò il matrimonio fra i suoi genitori) a celebrare il rito. Il padrino e la madrina non sono due persone qualunque. C’è il bolognese Beppe Caschetto, agente di Papi e uno tra i più noti impresari italiani, e con lui Annalisa Vasile, moglie di quel Paolo Vasile che su Italia 1 vide nascere il successo del programma cult del conduttore («Sarabanda»), e oggi amministratore delegato della spagnola Telecinco. Padre Bob battezza Iacopo e poi guarda i presenti lasciandosi andare a uno scherzoso commento: «Voi da lì non lo potevate vedere, ma questo bambino si è divertito molto, era la persona più felice durante questa cerimonia. Speriamo che non cresca come suo papà». Per Iacopo e Rebecca arriva anche il rituale telegramma augurale di Papa Benedetto XVI.
Sbrigata la nuova raffica di foto di gruppo (in questa fase spiccano le presenze dei genitori di Raffella, Liliana e Riccardo Schifini, e di Enrico, Luciana e Samuele Papi), la tele-famiglia punta dritto all’Hotel Hilton, dove per il ricevimento ha fatto riservare l’elegante sala Belle Arti. Nel giardino antistante alcuni invitati attendono impazienti l’arrivo dei genitori, con l’avveniristica carrozzina di Iacopo. I camerieri solerti girano servendo gli aperitivi, ma di lì a poco si passa al pranzo. «Abbiamo fatto una cosa semplice e veloce» dice Papi. «Due sole portate, un primo e un secondo, e pochi, selezionati invitati. Poi di nuovo in giardino per il dolce. Però a tutti i bambini presenti abbiamo riservato il tavolone imperiale. Raffaella ha curato personalmente gli addobbi floreali: peonie rosa per Benedetta e bianche per Iacopo».
Tra gli invitati, amiche di famiglia, qualche autore, l’immancabile monsignor Bob, e la regista Giuliana Baroncelli, che sta seguendo la preparazione del nuovo quiz preserale di Papi, «Jackpot», in onda su Canale 5 al posto del «Fifty Fifty» di Scotti. «È un gioco dove si sfidano coppie di concorrenti, attorno a una sorta di roulette, rispondendo a domande che prevedono un sì o un no. Conta la preparazione ma anche la fortuna è determinante per arrivare a conquistare il montepremi. Ho incontrato Gerry e mi ha dato la sua benedizione: era felice che provassi questo format che viene dall’Olanda, realizzato con Endemol. È un esperimento, spero che vada bene, anche se dobbiamo lottare contro gli Europei, proponendoci come alternativa al calcio. Non punto al preserale: da settembre torno su Italia 1 con “La ruota della fortuna”».