Da «Pierino e il lupo» (di Prokofiev, che recitò il giorno del suo quarantesimo compleanno) a Pierino e il Biscione, che arriva allo scoccare dei 52. Cambia la favola, fors’anche la morale, e Piero Chiambretti entra in punta di piedi in casa Mediaset. Il conduttore, anima di «Markette», sta chiudendo in questi giorni i giochi per assicurarsi un posto nella scuderia del gruppo che ha sede a Cologno Monzese.
«Con La7 il contratto è scaduto» conferma Piero «ma ci sono ancora alcune piccole questioni da sistemare, e di questo si sta occupando il mio agente, Marangoni. Non voglio fare come quei calciatori che giocano con due maglie, rischiando una brutta fine. Per il resto, posso aggiungere: sognavamo tutti di morire comunisti. E in ogni caso, in Mediaset stat virtus». Gli fa eco il suo autore-ombra, Tiberio Fusco, negli ultimi anni sempre più valorizzato come «spalla» televisiva e anch’egli ovviamente acquistato «tutto compreso» nel pacchetto Chiambretti.
Se sono quasi certi l’orario di messa in onda (la seconda serata) e la collocazione (una rete eccentrica come Italia 1 pare la cornice ideale per le goliardiche intemerate chiambrettiane) resta una buona dose di mistero al momento su quale sarà il nuovo programma da abbinare al volto di Pierino. Si tratterà quasi sicuramente di un talk (lui stesso da tempo non fa mistero di sognare una versione riveduta e corretta di «Porta a porta»), che potrebbe avvicinarsi più allo stile di «Chiambretti c’è» che non al trasgressivo «Markette».
Di certo si tratterebbe di un debutto di Piero sulle reti Mediaset. Nato artisticamente nelle tv private piemontesi, la piccola peste dei nostri schermi si fa notare per la prima volta nell’87, su Raitre, con l’innovativo «Il divano in piazza», spazio autogestito all’interno del «Va’ pensiero» di Andrea Barbato. Il boom risale al ‘92, quando su Raitre diventa «Il portalettere», giornalistico e irriverente. Nel ‘96 cambia pelle per affrontare gli atenei d’Italia su Raitre con «Il laureato» e poi circondarsi di 100 belle Letterate su Raidue in «Chiambretti c’è», nel 2003. Dopo essere stato messo alla porta dalla Rai, nel 2004 fa partire su La7 la lunga e variopinta carovana di «Markette». E adesso? «In Mediaset stat virtus», dice. Possiamo dagli torto?
«Con La7 il contratto è scaduto» conferma Piero «ma ci sono ancora alcune piccole questioni da sistemare, e di questo si sta occupando il mio agente, Marangoni. Non voglio fare come quei calciatori che giocano con due maglie, rischiando una brutta fine. Per il resto, posso aggiungere: sognavamo tutti di morire comunisti. E in ogni caso, in Mediaset stat virtus». Gli fa eco il suo autore-ombra, Tiberio Fusco, negli ultimi anni sempre più valorizzato come «spalla» televisiva e anch’egli ovviamente acquistato «tutto compreso» nel pacchetto Chiambretti.
Se sono quasi certi l’orario di messa in onda (la seconda serata) e la collocazione (una rete eccentrica come Italia 1 pare la cornice ideale per le goliardiche intemerate chiambrettiane) resta una buona dose di mistero al momento su quale sarà il nuovo programma da abbinare al volto di Pierino. Si tratterà quasi sicuramente di un talk (lui stesso da tempo non fa mistero di sognare una versione riveduta e corretta di «Porta a porta»), che potrebbe avvicinarsi più allo stile di «Chiambretti c’è» che non al trasgressivo «Markette».
Di certo si tratterebbe di un debutto di Piero sulle reti Mediaset. Nato artisticamente nelle tv private piemontesi, la piccola peste dei nostri schermi si fa notare per la prima volta nell’87, su Raitre, con l’innovativo «Il divano in piazza», spazio autogestito all’interno del «Va’ pensiero» di Andrea Barbato. Il boom risale al ‘92, quando su Raitre diventa «Il portalettere», giornalistico e irriverente. Nel ‘96 cambia pelle per affrontare gli atenei d’Italia su Raitre con «Il laureato» e poi circondarsi di 100 belle Letterate su Raidue in «Chiambretti c’è», nel 2003. Dopo essere stato messo alla porta dalla Rai, nel 2004 fa partire su La7 la lunga e variopinta carovana di «Markette». E adesso? «In Mediaset stat virtus», dice. Possiamo dagli torto?