Sapete che cosa vi dico? Basta con i calciatori. La verità è che sono innamorata pazza di quest’uomo. Di quella sua aria malandrina, da rappresentante di commercio. Che arriva al casello, scopre che c’è sciopero, e non si paga. Fa la faccia triste, ma dentro ride. Lo adoro. E ora lo intervisto per voi.
Gene, se ci mettessimo insieme, io e te, saremmo come Marilyn Monroe e Arthur Miller?
«No, come Marilyn e Carlo Croccolo. Lui ha detto che sono stati insieme e lei aveva qualche problema a smentire. Di norma dico che sono stato con Paola Borboni, e in genere però ci credono».
È vero che sei partito dai fotoromanzi, in rivalità con Massimo Ciavarro?
«Prendevo 15 lire a scatto; 80 se c’era il bacio impegnativo. La lavorazione di ognuno durava 2-3 anni: non c’era Photoshop, e le immagini venivano ritoccate a mano dai fratelli Lumière».
Sei un buon calciatore, è risaputo. Ma ti ha pesato essere scartato dal Milan, a favore di Van Basten?
«Piano, io i provini per il Milan nel ‘70-71 li feci davvero, ma poi finì in niente. Anche perché avevo scelto Victoria Silvstedt come preparatrice atletica. E i suoi metodi non sono proprio ortodossi».
Sono passati 25 anni dal tuo primo nudo integrale frontale, e tuttora sei l’uomo calendario più richiesto. Come mai non ne hai più accettati altri?
«Cambiano le mode: sono stato nudo tutto luglio e agosto sulla boa di Sestri Levante, a dieci metri dalla spiaggia, ma vigliacco se m’ha fotografato qualcuno, anche col telefonino!».
Gene, se ci mettessimo insieme, io e te, saremmo come Marilyn Monroe e Arthur Miller?
«No, come Marilyn e Carlo Croccolo. Lui ha detto che sono stati insieme e lei aveva qualche problema a smentire. Di norma dico che sono stato con Paola Borboni, e in genere però ci credono».
È vero che sei partito dai fotoromanzi, in rivalità con Massimo Ciavarro?
«Prendevo 15 lire a scatto; 80 se c’era il bacio impegnativo. La lavorazione di ognuno durava 2-3 anni: non c’era Photoshop, e le immagini venivano ritoccate a mano dai fratelli Lumière».
Sei un buon calciatore, è risaputo. Ma ti ha pesato essere scartato dal Milan, a favore di Van Basten?
«Piano, io i provini per il Milan nel ‘70-71 li feci davvero, ma poi finì in niente. Anche perché avevo scelto Victoria Silvstedt come preparatrice atletica. E i suoi metodi non sono proprio ortodossi».
Sono passati 25 anni dal tuo primo nudo integrale frontale, e tuttora sei l’uomo calendario più richiesto. Come mai non ne hai più accettati altri?
«Cambiano le mode: sono stato nudo tutto luglio e agosto sulla boa di Sestri Levante, a dieci metri dalla spiaggia, ma vigliacco se m’ha fotografato qualcuno, anche col telefonino!».
Non ci credo: la verità è che si tratta di una questione economica...
«No, è che volevano farmelo fare a tema: sei mesi il fauno e gli altri sei i Village Peole. Non me la sono sentita».
Mi hai voluta ad «Artù» perché pensavi che il tuo sex-appeal non bastasse a fare audience?
«Sei stata presa perché il tuo fidanzato, il calciatore del Parma Reginaldo, voleva il giovedì sera libero per fare lo strip poker con Maddalena Corvaglia, Alessia Fabiani e il ministro Gelmini».
Che cosa ho io meno della Ventura?
«Un po’ di botulino in meno, qualche ritocchino in meno, un pediatra in meno come fidanzato. Ma Reginaldo è pediatra?».
Anche. A proposito: perché del tuo privato non si sa mai niente?
«Vivo a Fidenza. Trovami un paparazzo che si spinge fino a Fidenza...».
Hai mai vissuto una storia d’amore selvaggia?
«Mai. Sono tutto casa e famiglia».
I tuoi figli sono come te?
«Meglio. Il primo, 25 anni, fa il dj e sembra Hugh Grant o un modello di Versace: c’è la fila sotto casa. La seconda, 22, fa sociologia a Bologna e il terzo, 15, è a Fidenza al Liceo scientifico. Il sabato vado con loro in collina a mangiare le costine di maiale e sono straordinari: mi sommergono di prese in giro».
Perché non lavori mai con tuo fratello Charlie, non ti piace?
«No, in radio mi piace. E anche a “Striscia”. È che lui è molto identificato in coppia con Violanti... Comunque un paio di propostelle gliele avevo fatte».
È tempo di nuove Veline. Inventatene qualcuna anche tu.
«Tre nomi: Evelina Manna, Antonella Troise e Candida Morvillo, che andrebbe bene anche come Velina unica».
Sbaglio o stai per fare su Raidue un nuovo programma sui libri, ambientato tra i vagoni di un treno?
«Non proprio sui libri, ma sulla gente che scrive. Da metà novembre, la domenica. Quello editoriale è un mondo incredibile. Fatto anche di paesi che organizzano premi letterari per avere il personaggio. E glielo danno solo se poi va anche a ritirarlo...».
Lo spettacolo è fatto anche di porte chiuse in faccia. Ce l’hai ancora con Garrison e Maria De Filippi per averti escluso da «Amici», anche se ti proponevi già per la prima sfida, quella con la squadra dei blu?
«Questa cosa ancora non riesco a digerirla. Ci presentiamo alle selezioni io e Nilla Pizzi. Arriva la nonna di Maria - perché conduceva lei all’epoca, anche lei fra l’altro sposata con Costanzo - e dice: “Garrison ha detto no”. Restava da sentire per l’ultima parola Enzo Paolo Turchi, ma stava portando i suoi volpini a fare i bisogni. Ne da 40. Considera una mezz’ora, 45 minuti per volpino. Morale: finisce la trasmissione e lui è irraggiungibile».
«No, è che volevano farmelo fare a tema: sei mesi il fauno e gli altri sei i Village Peole. Non me la sono sentita».
Mi hai voluta ad «Artù» perché pensavi che il tuo sex-appeal non bastasse a fare audience?
«Sei stata presa perché il tuo fidanzato, il calciatore del Parma Reginaldo, voleva il giovedì sera libero per fare lo strip poker con Maddalena Corvaglia, Alessia Fabiani e il ministro Gelmini».
Che cosa ho io meno della Ventura?
«Un po’ di botulino in meno, qualche ritocchino in meno, un pediatra in meno come fidanzato. Ma Reginaldo è pediatra?».
Anche. A proposito: perché del tuo privato non si sa mai niente?
«Vivo a Fidenza. Trovami un paparazzo che si spinge fino a Fidenza...».
Hai mai vissuto una storia d’amore selvaggia?
«Mai. Sono tutto casa e famiglia».
I tuoi figli sono come te?
«Meglio. Il primo, 25 anni, fa il dj e sembra Hugh Grant o un modello di Versace: c’è la fila sotto casa. La seconda, 22, fa sociologia a Bologna e il terzo, 15, è a Fidenza al Liceo scientifico. Il sabato vado con loro in collina a mangiare le costine di maiale e sono straordinari: mi sommergono di prese in giro».
Perché non lavori mai con tuo fratello Charlie, non ti piace?
«No, in radio mi piace. E anche a “Striscia”. È che lui è molto identificato in coppia con Violanti... Comunque un paio di propostelle gliele avevo fatte».
È tempo di nuove Veline. Inventatene qualcuna anche tu.
«Tre nomi: Evelina Manna, Antonella Troise e Candida Morvillo, che andrebbe bene anche come Velina unica».
Sbaglio o stai per fare su Raidue un nuovo programma sui libri, ambientato tra i vagoni di un treno?
«Non proprio sui libri, ma sulla gente che scrive. Da metà novembre, la domenica. Quello editoriale è un mondo incredibile. Fatto anche di paesi che organizzano premi letterari per avere il personaggio. E glielo danno solo se poi va anche a ritirarlo...».
Lo spettacolo è fatto anche di porte chiuse in faccia. Ce l’hai ancora con Garrison e Maria De Filippi per averti escluso da «Amici», anche se ti proponevi già per la prima sfida, quella con la squadra dei blu?
«Questa cosa ancora non riesco a digerirla. Ci presentiamo alle selezioni io e Nilla Pizzi. Arriva la nonna di Maria - perché conduceva lei all’epoca, anche lei fra l’altro sposata con Costanzo - e dice: “Garrison ha detto no”. Restava da sentire per l’ultima parola Enzo Paolo Turchi, ma stava portando i suoi volpini a fare i bisogni. Ne da 40. Considera una mezz’ora, 45 minuti per volpino. Morale: finisce la trasmissione e lui è irraggiungibile».