La vera «Casa Vianello» si chiama «Residenza Acquario». Un'elegante palazzina di otto piani adagiata nel verde di Milano 2, alle porte della metropoli. Nello stesso complesso abita anche Ennio Doris, il boss di Banca Mediolanum. Il settimo e l'ottavo piano sono appannaggio di Sandra e Raimondo. All’imbocco del vialetto che conduce alla porta d’ingresso, una grande magnolia diventa l'ultima barriera della loro privacy. Sotto i fiori rosa di quell'invalicabile pianta, il circo affannato dei media annunciava, giovedì scorso, la morte del Gran signore dell'ironia. Insufficienza renale dopo un lento spegnersi. Gli ultimi respiri in una stanza del vicino ospedale San Raffaele, con lei che gli stringeva la mano. Ora è rimasta solo Sandra a vegliare su quella privacy da lui sempre difesa. Senza protervia, ma con la naturale, sciolta fermezza dei grandi. Mentre sul prato bivaccano cameramen, fotografi e grintose inviate di tg che ripassano il compitino e si aggiustano i capelli, il portinaio Michele stoppa gli intrusi. «Mi spiace, la signora ha dato precise disposizioni: non vuole vedere nessuno». L’unico che passa, nel tardo pomeriggio, è Giorgio Restelli, capo delle risorse artistiche Mediaset. Una ventina di minuti per accordarsi sulla camera ardente, l’indomani allo studio 4 di Cologno Monzese (lo stesso dove debuttarono in Fininvest nell’82 con «Attenti a noi due 2»), dalle 11 alle 20, migliaia di persone hanno salutato il feretro di Raimondo. Sorprendente il ricordo di don Water Magni, parroco della bianca chiesetta di Dio Padre, a Segrate, dove sabato mattina sono stati celebrati i funerali. «In due anni e mezzo non ho quasi mai visto Vianello in chiesa, ma un mese fa mi chiamò a casa per l’estrema unzione. Era a letto ma ancora lucido, si rendeva conto di essere in punto di morte e ironizzava in modo sorprendente sulla sua condizione: “Padre, pensa che sia arrivata la mia ora?” disse. “Non so, ma se sono qui, un motivo ci sarà...” risposi. “Lo vede che allora è d’accordo anche lei con Quello lassu?”. Sandra lo fissava, tra lo stupito e il commosso. Il fatto che sia stato lui a chiamarmi lo considero importantissimo».
E mentre sotto la grande magnolia il circo sbaracca, par di vederlo spuntare, Raimondo, artigiano del disincanto. «Quanta gente, ma che è successo?» domanda. «È morto Vianello». «Peccato...» fa lui stropiacciando le guance e arrotando la vocetta sorniona: «Era così giovane...».
(TV SORRISI E CANZONI - APRILE 2010)
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