In un futuro prossimo, Ken Castle (Michael C. Hall), sorta di Bill Gates incattivito perché ha smesso di fumare, brevetta un paio di giochi che prevedono interazioni con avatar umanissimi: una specie di Second Life (a proposito, che fine ha fatto?) per ingrifati cronici e il temibile Slayers, dove un manipolo di condannati a morte sogna di ottenere la libertà superando 30 cruentissime battaglie.
L'eroe di Slayers, che appassiona la popolazione più del Grande Fratello e dell'Isola dei famosi messi insieme, è il barbuto Kabel (Gerard Butler), che ne ha i bicipiti pieni di quella vita d'inferno. Persino la moglie (Amber Valletta) gli hanno rintronato con un chip nel cervello. Manco fosse nel cast di Uomini e donne. Per fortuna un gruppo di ribelli, grazie alla prode infiltrata di turno (Alison Lohman) trama per liberare Kabel e il mondo dalla schiavitù del gioco.
Incerta e velleitaria prova registica di Mark Neveldine e Brian Taylor, alle prese con un fumetto ipercinetico, fracassone, truculento, prevedibile, che pilucca qua e là da alcuni film di genere, come l'insuperato "Rollerball". Le poche intuizioni sono annacquate e l'impressione d'insieme è quella di un lavoro tirato via troppo alla svelta e incompiuto. Meglio lasciare l'inespressivo Butler a "300" (per questo film gli spartani l'avrebbero impiccato) e lo stronzetto Michael C. Hall a "Dexter", che per gli sceneggiatori avrebbe previso una morte lenta. VOTO: 4/5