Quel figo un po’ imbolsito di Larry Talbot (Benicio Del Toro) torna al paesello richiamato dalla fidanzata (Emily Blunt) del fratello, squartato di notte da non si capisce bene chi o cosa. Gli inquirenti escludono l’ascolto forzato di «Italia amore mio», il brano portato a Sanremo da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Vuoi vedere che ha fatto la stessa morte di mammà, quand’ero piccino?
Per casa, in ciabatte e fucile, gira anche quel misogino di babbo Talbot (Anthony Hopkins), che ha tutta l’aria di nascondere qualcosa sotto la lunga chioma bianca.
Indagando indagando, Larry viene morso dal mostro: una creatura più veloce di Mastella nel cambiare schieramento: un dannato uomo lupo che non lascia scampo. Se sopravvivi, ti trasformi in licantropo anche tu, e sono cazzi per tutti ma anche per te. Fai una vita d’inferno, e ogni volta che ti trasformi, poi devi cambiare tutto il guardaroba. E pensare che una zingara (Geraldine Chaplin), l’aveva detto.
La polizia ovviamente non sta a guardare, e riesce ad arrestare il povero Larry, che quando si libera (perché poi lo sai che si libera) fa una strage. Bisogna provare a fermarlo con pallottole d'argento.
Joe Johnston confeziona un film truculento, zeppo di effetti speciali e nella sostanza tutto sommato non disprezzabile. Soprattutto per chi ama il genere. Peccato per l’indubbia prevedibilità della trama, e per un cast di grandi attori che viaggia col pilota automatico. VOTO: 6.5.