Fabio Fazio non è Mike Bongiorno. E l'Italia televisiva di oggi non è più quella (ancora ingenua) dei primi Anni 70. Dal punto di vista quizzarolo, ritmicamente parlando, sono passati anni luce, e ciò non lo si può negare né nascondere.
Il tempo è cambiato, e questo il meteopatico Fazietto lo sa, per questo ha puntato, per il debutto del suo rispettoso remake del classico Rai, sulla cosa che sa fare meglio: radunare ospiti. Prima fra tutti, l'ape regina Maria De Filippi in versione inedita, che avrà sicuramente richiamato frotte di spettatori sulla prima rete. Stasera ci sarà Fiorello, altra garanzia di audience, e il copione sarà lo stesso. Alla lunga, con i concorrenti veri, durerà? Vedremo.
Di certo la prima puntata del nuovo «Rischiatutto», pur essendo piuttosto noiosa, ha sbancato l'Auditel con 7.537.000 spettatori e il 30,79% di share. Merito del marchio storico (la potenza del brand), dell'effetto curiosità del pubblico anziano della rete per lo stato di conservazione dei concorrenti storici, e dei già citati ospiti. Compreso Alberto Tomba, da sempre prigionero del proprio egocentrismo guascone. Stavolta un filo più controllato.
C'è la valletta, il Signor No Ludovico Peregrini, il rito della busta da aprire, la prova pulsante, la cabina. Emozioni antiche e la regia giustamente didascalica di Duccio Forzano.
In un Paese che vive di programmi letteralmente infiniti, Fazio, l'alchimista della nostalgia, si è preso il rischio (in parte calcolato, mediato strategicamente) di riportarne in vita uno defunto. Sembrava un po' la notte dei format viventi, ma parliamoci chiaro: se la fortuna e gli ospiti ti assistono, può anche funzionare.
Il tempo è cambiato, e questo il meteopatico Fazietto lo sa, per questo ha puntato, per il debutto del suo rispettoso remake del classico Rai, sulla cosa che sa fare meglio: radunare ospiti. Prima fra tutti, l'ape regina Maria De Filippi in versione inedita, che avrà sicuramente richiamato frotte di spettatori sulla prima rete. Stasera ci sarà Fiorello, altra garanzia di audience, e il copione sarà lo stesso. Alla lunga, con i concorrenti veri, durerà? Vedremo.
Di certo la prima puntata del nuovo «Rischiatutto», pur essendo piuttosto noiosa, ha sbancato l'Auditel con 7.537.000 spettatori e il 30,79% di share. Merito del marchio storico (la potenza del brand), dell'effetto curiosità del pubblico anziano della rete per lo stato di conservazione dei concorrenti storici, e dei già citati ospiti. Compreso Alberto Tomba, da sempre prigionero del proprio egocentrismo guascone. Stavolta un filo più controllato.
C'è la valletta, il Signor No Ludovico Peregrini, il rito della busta da aprire, la prova pulsante, la cabina. Emozioni antiche e la regia giustamente didascalica di Duccio Forzano.
In un Paese che vive di programmi letteralmente infiniti, Fazio, l'alchimista della nostalgia, si è preso il rischio (in parte calcolato, mediato strategicamente) di riportarne in vita uno defunto. Sembrava un po' la notte dei format viventi, ma parliamoci chiaro: se la fortuna e gli ospiti ti assistono, può anche funzionare.